Nel 2023 è stato il Sud a trainare l’export italiano, e in particolare la Campania. L’Istat proprio nei giorni scorsi ha diffuso il rapporto di sintesi sull’andamento delle esportazioni nazionali nell’anno che ci siamo lasciati alle spalle. Le macro aree del Paese prese in considerazione sono state cinque: Nord Ovest (Piemonte, Valle d’Aosta, Liguria, Lombardia); Nord Est (Trentino Alto Adige, Veneto, Friuli Venezia Giulia, Emilia Romagna); Centro (Toscana, Umbria, Marche, Lazio); Sud (Abruzzo, Molise, Campania, Puglia, Basilicata, Calabria); Isole (Sicilia, Sardegna). Confermando un trend positivo iniziato nel 2021, con un +7,7%, e poi amplificato nel 2022 con un +15,2%, il Sud nel 2023 ha registrato un significativo +16,8%, a fronte di un dato nazionale che ha parlato di stazionarietà, con un eloquente “pareggio” su base annuale. L’Italia, infatti, in valore assoluto nel 2023 ha esportato merci per 626,20 miliardi di euro contro i 626,19 del 2022.

Tra le regioni del Sud è stata la Campania a fare da locomotiva con un sonoro +28,8%, la percentuale più alta di crescita dell’export tra le regioni italiane. A seguire il Molise e la Calabria (+21%), e poi l’Abruzzo (+13,6%). Si pensi che solo il Piemonte si è avvicinato alle due cifre con un +9,1%, mentre sono andate giù regioni quali il Friuli Venezia Giulia (-13,7%), le Marche (-13,9%), il Lazio (-11,0%), la Sicilia (-19,3%), la Sardegna (-24,2%). Da qui a breve, ovviamente, parleremo di valori assoluti, per stabilire i diversi pesi esistenti tra le cinque macroaree. È rimasta trainante, con una netta differenza rispetto al resto del territorio nazionale, la Lombardia: 163,15 miliardi di euro che rappresentano il 26,05% di tutto l’export italiano. L’intero Sud vale 47,46 miliardi di euro, e cioè poco più di un quarto della sola Lombardia. Ma la regione che ha per capoluogo la regina dell’economia italica, Milano, in termini percentuali è cresciuta appena dello 0,6%. Al secondo e terzo posto del podio delle regioni l’Emilia Romagna (85,08 miliardi di euro) e il Veneto (81,91 miliardi) con performance diverse. Rispettivamente: Emilia +1,1% e Veneto -0,3%.

Se si pensa alle macroaree è quella del Nord Ovest che ha esportato di più, con 239,41 miliardi, rispetto al Nord Est che si è fermato a 198,35. I valori assoluti stabiliscono le proporzioni, ma quelli percentuali danno l’idea di una tendenza che per il Sud è stata rosea. La Campania è passata dai 17,19 miliardi di export del 2022 ai 22,15 del 2023, attestandosi al settimo posto della graduatoria nazionale, mentre l’anno precedente era al nono. Superate, quindi, Friuli Venezia Giulia e Marche.

Analizzando i flussi l’Istat ha fatto presente: «Nel 2023 l’aumento delle esportazioni di articoli farmaceutici, chimico-medicinali e botanici da Campania e Toscana e di autoveicoli da Piemonte e Campania fornisce un impulso positivo (per 1,5 punti percentuali) alle vendite nazionali sui mercati esteri; un ulteriore contributo positivo di un punto percentuale deriva dalle maggiori vendite di macchinari e apparecchi non classificati altrove (n.c.a.) da Emilia-Romagna, Lombardia, Veneto e Toscana. All’opposto, la contrazione delle vendite di prodotti petroliferi raffinati da Sicilia e Sardegna (per 0,8 punti percentuali) e di articoli farmaceutici, chimico-medicinali e botanici da Marche e Lazio (per 0,7 punti percentuali) contribuisce a frenare l’export nazionale. Nell’intero anno, i contributi positivi maggiori all’export nazionale derivano dall’aumento delle vendite delle Marche verso la Cina (+390,8%), della Campania verso Svizzera (+99,6%) e Stati Uniti (+53,4%), della Toscana verso gli Stati Uniti (+24,1%) e del Piemonte verso Francia (+15,2%), Germania (+9,3%) e paesi OPEC (+39,4%); quelli negativi più ampi dalle minori esportazioni della Toscana verso la Svizzera (-38,0%), delle Marche verso Belgio (-64,0%), Germania (-39,0%) e Stati Uniti (-33,2%), della Lombardia verso la Germania (-8,4%) e del Lazio verso il Belgio (-23,4%)».