A Catanzaro la firma dell’atto costitutivo della cooperativa di comunità “Le cinque icone”. I promotori: «Sarà un modo per aumentare le opportunità di lavoro»
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Un sogno che è diventato realtà all’insegna della valorizzazione del territorio. Caparbietà e senso della comunità accomunano donne e uomini di un borgo che vuole guardare al futuro con rinnovata fiducia, quella che nasce dalle opportunità offerte ai giovani che restano, attraverso la creazione di lavoro e servizi. Nelle firme dell’atto costitutivo della cooperativa di comunità “Le cinque Icone” – avvenuta a Catanzaro - c’è questo e molto altro.
Coordinati dalla presidente Anna Capicotto, accompagnati dal vice presidente di Legacoop regionale con delega alle cooperative di comunità Maurizio De Luca, soci e socie hanno tenuto a battesimo ufficialmente questo progetto, realizzato nel territorio di Pentone in collaborazione con Sibater, Legacoop e Anci che parte dalla rivitalizzazione dei terreni incolti proprio per promuovere iniziative imprenditoriali a servizio della comunità. La cooperativa di comunità, presieduta da Anna Capicotto – che vede come vice presidente l’archeologo Francesco Cuteri, e consiglieri Maurizio Capicotto, Giuseppe Noto e Patrizia Russo – nasce con l’intento di «fornire servizi non solo a Pentone, dove nasce, ma a a tutto il comprensorio: dalla rivitalizzazione dei terreni, che sono stati individuati grazie all’adesione alla “Banca delle Terre”».
«Abbiamo deciso di mettere insieme le nostre forze per stimolare lo sviluppo di lavoro a livello locale e a servizio del comprensorio – ha dichiarato Anna Capicotto -. Nasciamo a Pentone, e il nome della nostra cooperativa richiama proprio l’antica denominazione del nostro borgo, per servire al comprensorio non solo al nostro Paese, ma per aumentare le opportunità di lavoro e quindi l’incremento dell’economia e del benessere sociale, con l’assistenza di Legacoop e Anci. Abbiamo deciso di tentare questa avventura perché noi tutti che abbiamo collaborato e investito in questo progetto abbiamo fiducia e fede nella nostra comunità: crediamo di poter incrementare quello che possiamo produrre, dalla terra e con la valorizzazione dell’artigianato, puntando sulla cultura e sulle tradizioni per incrementare il turismo e quindi la ricchezza del territorio. Anche il Comune ha creduto nel nostro progetto e ci ha facilitati».