Il segretario regionale del sindacato: «Dare vita ad un piano industriale serio per la gestione e soprattutto ponga la giusta attenzione alla salvaguardia occupazionale e alla valorizzazione delle risorse professionali»
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«Il provvedimento normativo che fa nascere in Calabria una Multiutility che si occuperà del sistema idrico e della gestione dei rifiuti, sembra essere un primo passo verso la razionalizzazione dei due settori. Nelle intenzioni del legislatore regionale questa nuova azienda dovrà adoperarsi per superare le difficoltà degli Ambiti territoriali ottimali che, sul territorio regionale, non sempre hanno lavorato bene e, sovente, hanno lasciato il territorio di competenza in difficoltà, soprattutto, nella gestione dei rifiuti». Lo afferma in una nota il segretario regionale della Uil Santo Biondo.
La norma «appare migliorata nel punto in cui chiama i sindaci, in particolare di quelli che rappresentano la Città metropolitana, della diretta gestione di due settori determinanti per l’economia regionale, quali sono quello del ciclo integrato delle acque e, quindi, della depurazione e dei rifiuti, che negli anni hanno evidenziato troppi problemi - portando alla Calabria diverse procedure di infrazione europee - e gestioni poco produttive», ha continuato Biondo.
Il segretario regionale sostiene che si debba «dare vita ad un piano industriale serio che gestisca la vita di questa Multiutility e che, soprattutto, ponga la giusta attenzione alla salvaguardia occupazionale e alla valorizzazione delle risorse professionali in atto presenti. Un Piano industriale che sia in grado di predisporre il corretto utilizzo dei finanziamenti messi a disposizione dall’Europa e dallo Stato. Questo nella convinzione che senza un Piano industriale moderno ed efficiente gli sforzi compiuti sino ad oggi sarebbe vani».
«L’altro passaggio decisivo, infine, sarà quello di chiamare alla guida della nuova Multiutility che si occuperà del sistema idrico e della gestione dei rifiuti, un management capace di programmare al meglio la gestione del ciclo integrato delle acque e della raccolta e smaltimento dei rifiuti in ossequio a quelle che sono le regole comunitarie in atto vigenti e, poi, che sia in grado di mettere al riparto l’azienda e, quindi, i settori di competenza da quelle infiltrazioni clientelari e criminali che, troppo spesso – conclude Biondo -, hanno segnato il destino della nostra terra».