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“I dati sullo sfruttamento dei lavoratori migranti non sono purtroppo completi proprio perché’ moltissimi sono clandestini e, quindi, più ricattabili“. Lo ha detto il direttore di Amnesty International Italia, Gianni Rufini, intervenendo ad una manifestazione promossa dall’organizzazione umanitaria a Rosarno.
Durante la manifestazione è stato presentato il rapporto ”Lavoro sfruttato due anni dopo. Il fallimento della ‘Legge Rosarno’ nella protezione dei migranti sfruttati nel settore agricolo in Italia”, e sono stati elencati alcuni dati sull’applicazione del decreto legge varato nel 2012, definita appunto” Legge Rosarno”, a seguito della rivolta degli extracomunitari nella cittadina calabrese. “Assistiamo, nonostante il varo del decreto legge – ha aggiunto Rufini – all’aumento di forme di schiavismo e di sfruttamento di questi lavoratori. Il fenomeno e’ piu’ forte in Calabria, Puglia, Campania e Sicilia ma esistono nicchie di sfruttamento anche in altre regioni. E’ una realta’ che, purtroppo, ci preoccupa perche’ sfruttamento e schiavismo si associano spesso a forme di xenofobia e di razzismo che si basano su concezioni e dati non assolutamente certi, come il fenomeno dei possibili contagi di malattie rare“.
Chiara Garri, di Amnesty, ha aggiunto spiegazioni circa le mancanze della cosiddetta Legge Rosarno. “Si tratta – ha sottolineato Garri – di un decreto legge varato in fretta e furia dal Governo per mettersi in regola con le direttive della Comunità europea in materia di sfruttamento“ e quindi non ha nessun controllo sul reale sfruttamento dei migranti.