Vibo Valentia - Michele Lico è il nuovo presidente di Unioncamere Calabria. Il noto imprenditore edile subentra al dimissionario Lucio Dattola, presidente a sua volta dell'ente camerale di Reggio Calabria.

“A Dattola - è scritto in un comunicato - sono andati i più sentiti, unanimi ringraziamenti per l’opera svolta a difesa del sistema camerale calabrese. Al Presidente Lico sono stati rivolti dal presidente uscente e dagli altri presidenti presenti i più sentiti auguri di buon lavoro a difesa del sistema imprenditoriale calabrese”.

 

Lico è titolare e amministratore di diverse aziende leader nel settore ed è socio costituente della Fondazione Santo Lico. L’imprenditore edile è stato prima presidente e dopo commissario della Camera di Commercio di Vibo Valentia.

 

Di recente, una sentenza del Consiglio di Stato ha confermato nei confronti di imprese guidate da Lico, l’interdizione antimafia disposta dalla Prefettura vibonese. La “Elmecont Elettromeccanica e Controllo srl" di Maierato, impresa di Michele Lico, aveva presentato ricorso al Tar di Catanzaro contro il Mise ed il Ministero dell’Interno che avevano revocato i contributi concessi all’impresa. Ricorso rigettato.

 

Il Consiglio di Stato ha ritenuto valida l’informativa antimafia in quanto l'amministratore della ditta beneficiaria, Michele Lico appunto, “risulti indagato dalla Dda di Catanzaro per falsa testimonianza”. Inoltre, da un’informativa per il Consiglio di Stato risultava, “il pericolo di condizionamenti mafiosi in capo alla ditta appaltatrice (la “Ligeam srl”, altra ditta dell’imprenditore vibonese) in quanto nel cantiere risulta accertata la presenza di ditte fornitrici di materiali collegate a sodalizi criminali quali le cosche dei Lo Bianco di Vibo ed Anello di Filadelfia". Infine il Consiglio di Stato sottolineava che l’1 luglio 2013 Lico è stato “prescritto, e non assolto nel merito, dal Tribunale di Crotone per la gestione di rifiuti pericolosi”.

 

Contro quella sentenza i legali di Lico, gli avvocati Sergio Di Nola e Antonino Restuccia, avevano precisato che il loro assistito e “ la Ligeam non sono mai stati oggetto di misura interdittiva antimafia e mai sono stati sottoposti ad indagini relative alla criminalità organizzata”.