Metalmeccanici in piazza questa mattina a Catanzaro per chiedere il rinnovo del contratto. Da dicembre si susseguono mobilitazioni in tutta Italia dopo lo stop alle trattative con Federmeccanica. Un presidio di lavoratori e sindacati ha protestato davanti la sede di Unindustria Calabria invocando un aumento salariale e misure per la sicurezza dei lavoratori del comparto.

«Dopo il confronto con i lavoratori abbiamo avanzato una piattaforma, sottoposta a Federmeccanica nel corso di diversi incontri, che però non ha prodotto alcun risultato» - ha chiarito Umberto Calabrone, segretario Fiom Cgil Calabria. 

«Federmeccanica da canto suo ha prodotto un documento che va in contrapposizione totale rispetto le nostre richieste. Per questa ragione i lavoratori metalmeccanici scioperano oggi, uno sciopero che deve innanzitutto servire per riavviare la trattativa sulla base della nostra piattaforma».

La proposta dei sindacati prevede un aumento salariale per adeguare gli stipendi all’aumento del costo della vita e richieste in materia di sicurezza. «Più salario, meno orario, più sicurezza, più formazione» – ha sintetizzato Antonino Laurenti, segretario Uilm Calabria. 

«Bisogna riaprire la trattativa ma per ridiscutere la nostra piattaforma» – ha confermato. Infatti, la proposta avanzata da Federmeccanica non prevede alcun aumento salariale. Il rinnovo dei contratti – fermo a tre anni fa – riguarda un milione e 500mila metalmeccanici in tutta Italia, in Calabria quasi 20mila.

«Speriamo di avviare questa mattina un dialogo in Confindustria o di ottenere una risposta positiva» ha aggiunto Marina Marino, segretario confederale Ust Cisl Magna Grecia. «Bisogna farsi coraggio, infondere forza e coraggio a questi lavoratori, lottare insieme a loro per ciò che è dovuto». 

Al presidio ha partecipato anche il segretario della Cgil Calabria, Gianfranco Trotta: «La questione del rinnovo dei metalmeccanici è emblematica della considerazione che si ha della propria forza lavoro. Io penso che in Italia davvero si sia arrivati alla socializzazione delle perdite e alla privatizzazione dei profitti. E nella socializzazione delle perdite ci stanno anche i lavoratori che fanno tanti sacrifici, che hanno perso potere d’acquisto. Quando ci sono momenti di crisi vengono collocati in cassa integrazione, quando invece si tratta di fornire le giuste risposte, le associazioni di categoria si presentano con una piattaforma irricevibile».