Secondo il sindaco di Petilia Policastro vi è un divario «di trattamento economico tra i sanitari dei servizi di emergenza territoriale delle province di Crotone e Catanzaro e quelli del resto della regione» così i professionisti «disertano le postazioni dei nostri territori a favore di altre molto più remunerative»
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«La tutela della salute dei cittadini è uno dei fondamentali compiti di un Paese che voglia ritenersi moderno, civile ed evoluto: questo, ormai, dovrebbe essere ampiamente noto a tutti. Tuttavia, proprio la sanità risulta essere, in Calabria, il settore più delicato ed attenzionato e che necessita di un immediato riequilibrio organizzativo a livello centrale e territoriale». Inizia così la nota stampa diramata da Amedeo Nicolazzi, sindaco di Petilia Policastro, che lancia l’allarme sulla «situazione di criticità che investe il servizio di emergenza 118 di Mesoraca, struttura di fondamentale e strategica importanza a servizio di un'area urbana composta da città e comuni con un ben ampio bacino di cittadini, distanti circa 50 Km dal nosocomio di riferimento più vicino, quello di Crotone».
Mancano i medici
Da tempo, infatti, sia la postazione di guardia medica che quella del 118 soffrono di una carenza di personale medico, che «può essere considerata una “emergenza nella emergenza”, a discapito di migliaia e migliaia di cittadini che spesso devono affidare alla sorte la loro vita nella necessità di ricorrere a cure sanitarie, specie se rivestono il carattere dell’urgenza».
Sulla tematica, il 7 gennaio scorso, Nicolazzi insieme al sindaco di Mesoraca e al vicesindaco di Roccabernarda, Annibale Mesoraca e Luigi Foresta, aveva partecipato a un incontro con Direzione generale dell’Asp di Crotone, alla presenza del Direttore del Dipartimento di Emergenza Dionisio Gallo e il Responsabile del 118 Gaspare Muraca. «Resto fiducioso – commenta oggi il sindaco di Petilia Policastro - sull’impegno assunto dai rappresentanti dell’ASP di indire, al più presto, una manifestazione d’interesse rivolta a tutti i medici in possesso dei requisiti abilitativi idonei a ricoprire turni di emergenza territoriale». Una soluzione, questa, per risolvere il problema nell’immediato, in attesa di interventi a lungo termine da concordare con la Regione Calabria.
Disparità di trattamento economico
«C’è tuttavia – prosegue Nicolazzi - un aspetto che mi preme sottolineare e che merita di essere risolto prioritariamente: la disparità di trattamento economico tra i medici dei servizi di emergenza territoriale delle province di Crotone e Catanzaro e quelli del resto della regione; una differenza che, in termini pratici, si traduce in diverse centinaia di euro mensili (indennità oraria) e che rappresenta un ostacolo non indifferente per tanti sanitari che disertano le postazioni dei nostri territori a favore di altre molto più remunerative».
«E naturalmente, non avendone ruolo e competenza, non è mio interesse stabilire quale è il “trattamento giusto”. Ciò che ritengo doveroso e che auspico – conclude la nota - è che, nel più breve tempo possibile, le autorità competenti in materia, ed in primis il commissario per la sanità in Calabria, Guido Longo, ed il Commissario Asp di Crotone, Domenico Sperlì possano garantire le condizioni per un trattamento economico uguale per tutti. Ciò, infatti, farà in modo che “prestare servizio di emergenza” alle popolazioni dei nostri territori sia ugualmente dignitoso ed attrattivo rispetto allo stesso servizio svolto nelle altre provincie della Calabria. Sarebbe un primo passo nella direzione di quel potenziamento dell’offerta sanitaria del Marchesato Crotonese, fattore imprescindibile di sicurezza e di sviluppo. E mai come ora, è necessario ribadire che la salute viene prima di tutto».