Fiom Cgil, Cgil Calabria e Camera del lavoro di Cosenza chiedono l'intervento delle istituzioni e di tutte le forze politiche del territorio «perché si trovino le necessarie risposte e soluzioni a salvaguardia di uno stabilimento di produzione che, fino a qualche anno fa, dava occupazione a quasi 100 lavoratori e che grazie alla determinazione dei suoi soci-fondatori, è diventato ormai esempio 'nazionale' di vera resilienza» in relazione alla situazione della Next Elettronica di Mangone

A tale scopo, martedì prossimo è in programma, davanti allo stabilimento, un sit in «per salvare la cooperativa Next Elettronica Spa nata quando, grazie al programma Workers BuyOut, gli ex dipendenti della fallita Freelink Italia srl insieme a C.F.I., LegaCoop e Coopfond, riavviarono l'impresa nella quale per molti anni hanno prestato servizio. Purtroppo, dopo oltre 3 anni dalla sua costituzione, la Cooperativa Next Elettronica ha ottenuto finanziamenti dai soci istituzionali C.F.I. e Coopfond che, nell'insieme, non raggiungono neanche la metà dell'importo stimato all'origine».

«Tale condizione - prosegue la nota - non ha mai permesso alla Cooperativa di adeguare la sua struttura, gli impianti di produzione ed i software gestionali verso le più moderne tecnologie e senza tali adeguamenti non è stato possibile mantenere le necessarie certificazioni di qualità (Es: ISO9001) o acquisirne nuove espressamente richieste dai clienti (es. Automotive) per operare in un mercato ad altissima tecnologia che di fatto ne esclude le aziende sprovviste. Le poche commesse ottenute rispetto a quelle inizialmente previste dal mondo cooperativo hanno causato inevitabili perdite nei primi bilanci d'esercizio e, sebbene si sia comunque tentato d'avviare alcune collaborazioni con primarie aziende del settore, senza i necessari finanziamenti, ogni sforzo tentato dai soci-lavoratori, veniva puntualmente vanificato».

«Nonostante tali sacrifici, - conclude la nota -  malgrado le rassicurazioni date dai Soci Istituzionali e da LegaCoop, sul tavolo istituzionale che la Regione Calabria ha convocato su richiesta della Fiom-Cgil, ancora oggi, gli stessi soci istituzionali si dicono impossibilitati ad intervenire con ulteriori finanziamenti senza le necessarie garanzie, commesse e/o partnership con altre aziende. A complicare ulteriormente il quadro generale della situazione si aggiunge una recente azione della Società Finanziaria proprietaria dell'immobile che, a causa del ritardo nel pagamento di alcuni canoni di leaseback, nei giorni scorsi ha avviato una procedura che, se non  interrotta, rischia di costringere la Cooperativa a lasciare il sito di produzione entro pochi giorni».