Consoliamoci pensando che se la classifica fosse capovolta saremmo i primi. Magra, troppo magra come consolazione, soprattutto perché la situazione è esattamente inversa. Secondo i dati sulla vivibilità delle città italiane emersi dallo studio realizzato da Italia Oggi in collaborazione con l'Università La Sapienza di Roma, sarebbe Vibo Valentia la città più invivibile d’Italia. Quattro le posizioni perse in 12 mesi. Ultima in assoluto, preceduta, manco a dirlo, da altre città del profondo Sud: Catania, Napoli, Siracusa e Palermo. Agglomerati urbani circondati da luoghi incantevoli e da risorse naturali solo parzialmente battute dal turismo, a ridosso del mare e a poche decine di chilometri dalla montagna. L’ennesima classifica che fotografa un estremo Sud, ma in particolare una regione, la Calabria, come un groviglio di potenzialità destinate a rimanere tali.

 

I parametri di valutazione

Lo studio è mirato a valutare criticità e cambiamenti in atto nelle province e nelle principali aree del Paese. I fattori presi in esame sono di diversa natura: affari e lavoro, ambiente, criminalità, disagio sociale e personale, popolazione, servizi finanziari e scolastici, sistema salute, tempo libero e tenore di vita, con 21 sotto dimensioni e 84 indicatori di base.

 

La situazione generale 

La situazione generale del paese, tutto sommato, risulta migliore rispetto agli anni precedenti. Sono infatti 59 su 110 le province in cui la qualità della vita è risultata buona o accettabile, rispetto alle 56 del 2016 e del 2017. Stabile la situazione del Nord-Ovest e del Mezzogiorno, in netto miglioramento quella del Nord-Est e del Centro (Roma a parte, precipitata di dodici posizioni). Le migliori performance sono quelle delle città di piccole dimensioni: ottime le posizioni di Siena, Pordenone, Parma, Aosta, Sondrio, Treviso e Cuneo. Treviso, in particolare, risulta la provincia più sicura d'Italia. Trento, Bolzano e Bologna le realtà più positive per affari e lavoro.