VIDEO | Nel Catanzarese manca l’acqua per irrigare, i canaloni non vengono puliti. Tante le inefficienze ma aumentano i tributi. Gli agricoltori dicono basta e chiedono maggiore attenzione
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Sono sul piede di guerra gli imprenditori agricoli del Catanzarese e non solo. Lamentano di versare da anni i tributi dovuti al Consorzio di bonifica senza avere da questi i servizi che dovrebbero ricevere in termini di salvaguardia, tutela e pianificazione strategica del territorio.
Basta fare un giro nella zona per rendersi conto ad esempio di come i canaloni per le acque irrigue non vengano manutenuti. All’interno di alcuni di questi crescono non solo canne, ma veri e propri arbusti e per potere riuscire ad individuare un punto in cui sia visibile l’acqua fatichiamo non poco. Ci sono poi zone poco visibili su cui si sfoga l’inciviltà. Ecco allora nei canaloni adagiati interni d’arredamento, divani, poltrone e pezzi di cucina. Ma il problema non è solo la pulizia.
«Spesso – ci dice Maria Grazia Milone, presidente Cia Calabria centro – non c’è né la quantità né la qualità d’acqua che dovrebbe essere erogata». Mancati servizi che si riversano poi sulle condizioni lavorative degli imprenditori ma non solo.
Basti pensare a quanto abbia inciso la pulizia assente dei canali nell’alluvione del 4 ottobre scorso. Un’alluvione che ha devastato la zona, causato danni ingenti a molte imprese agricole che difficilmente avranno in termini di risarcimenti quanto loro effettivamente hanno subito.
«Vorrei più attenzione – si sfoga l’imprenditore Carlo Milone - siamo noi che li stiamo mantenendo con i nostri sacrifici». «Hanno i mezzi meccanici e il personale per intervenire – spiega l’imprenditore Francesco La Ferla – i Consorzi devono agire per evitare i danni, che dopo diventano incommensurabili».
Per Carlo Milone è sbagliata anche l’assunzione stagionale dei dipendenti: «La pulizia si potrebbe preventivare nei periodi invernali quando l’uso dell’acqua da parte di noi agricoltori è inferiore rispetto al periodo estivo. È come se mancasse l’interesse verso noi agricoltori».
D’estate inoltre, spiega la Ferla, la vegetazione accumulatasi nei canaloni viene bruciata e i roghi diventano pericolosi. La Cia fa appello al governatore Oliverio «perché il governo regionale affronti definitivamente e con chiarezza la drammatica situazione dei Consorzi di bonifica calabresi. La Cia-Agricoltori italiani della Calabria riconosce ai Consorzi un ruolo determinante per la tutela, la salvaguardia e la pianificazione strategica del territorio, ma in una logica di opere ed interventi reali che arrechino benefici tangibili ai consorziati. L’inesistenza operativa dei Consorzi è evidente - incalza la confederazione - se si eccettuano gli interventi dal sapore clientelare, con il conseguente abbandono del territorio al proprio destino».