Il presidente regionale di Anci, Gianluca Callipo, rimarca la condivisione d’intenti nella vertenza che riguarda i precari e chiede risposte concrete a Governo e Parlamento: «Basta parole, ci vogliono impegni formali»
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«Al fianco dei lavoratori e pronti ad andare con loro a manifestare a Roma».
Il presidente di Anci Calabria, Gianluca Callipo, ribadisce la condivisione d’intenti dei Comuni con gli ex Lsu e Lpu calabresi e con le organizzazioni sindacali, alla luce della mancata approvazione in Commissione bilancio della Camera degli emendamenti alla manovra economica che avrebbero potuto risolvere la vertenza che vede a rischio il futuro di 4.500 famiglie, ma anche la stessa capacità degli Enti il corretto funzionamento degli uffici.
«Più passa il tempo, maggiori sono le preoccupazioni che si accumulano - ha affermato Callipo -. Da mesi ormai i Comuni calabresi sollecitano una piena assunzione di responsabilità da parte di Governo e Parlamento su un problema che rischia di mettere in ginocchio gli Enti locali e gettare nello sconforto 4.500 famiglie. Finora ci sono state soltanto promesse e anche oggi il ministro Barbara Lezzi ha rassicurato sulla volontà di Palazzo Chigi di risolvere la questione. Ci auguriamo che sia davvero così, ma occorrono al più presto impegni formali. Qualora le risposte concrete che attendiamo non dovessero arrivare entro l’inizio della prossima settimana, saremo a Roma a protestare con lavoratori e sindacati».
Callipo ha poi ribadito le istanze ritenute prioritarie dai sindaci: «Occorrono innanzitutto le deroghe che consentano di superare i limiti imposti dalle normative in vigore in materia di assunzioni nella Pubblica amministrazione. Senza di queste i Comuni non possono procedere alle stabilizzazioni, che comunque richiedono maggiori stanziamenti di fondi Statali da destinare alle assunzioni. Ormai il tempo sta finendo, perché il 31 dicembre i contratti scadranno. Occorre fare presto e fare bene se si vuole davvero evitare che questo cruciale nodo sociale e amministrativo venga finalmente sciolto».