Un’importante occasione di dialogo e formazione per i sindacalisti del futuro, in linea con l’obiettivo della Uil di costruire un mondo del lavoro più giusto e sicuro, con un particolare focus sulla tutela dei giovani e la lotta alla precarietà. Nella suggestiva cornice di Palazzo Carafa a Roccella Jonica un panel di esperti ha discusso sull’importanza di creare opportunità lavorative per le nuove generazioni, sottolineando la necessità di affrontare il problema del precariato, che continua a penalizzare i giovani in Italia. Tra i relatori presenti Domenico Marino, docente di Politica economica all'Università degli Studi di Reggio Calabria (Unirc); Francesco Foti, presidente dell'Ordine degli ingegneri di Reggio Calabria e Federica Roccisano, economista. Le conclusioni sono state affidate a Pierpaolo Bombardieri, segretario generale della Uil.

«Da Roccella parte oggi un messaggio di speranza e di impegno – ha espresso il leader della Uil - da una terra bellissima ma molto complicata per lo sviluppo e la creazione di posti di lavoro. E proprio da qui che facendo vedere ai nostri giovani sindacalisti quali siano le difficoltà è necessario lanciare un messaggio positivo. Per questo chiediamo più investimenti in infrastrutture, chiediamo di aumentare l’occupazione e al Governo e alla Regione di non dimenticare questo territorio che per troppo tempo è stato abbandonato».

Il ciclo seminariale “Go Beyond come 2024” ha inteso essere un’opportunità di confronto tra esperti e giovani sindacalisti su temi cruciali i diritti dei lavoratori, la sicurezza sul lavoro e la precarietà. Il messaggio chiave dell’evento è ben espresso dal motto: “Si scrive lavoratori, si legge precari. Dare voce ai giovani”. Quello della Uil è uno sguardo al futuro dei giovani lavoratori.

«Abbiamo affrontato il tema del precariato con la Regione – ha ribadito la segretaria generale della Uil Calabria Mariaelena Senese - il confronto è stato aperto anche alle università. Quando si parla di giovani non si può non avere un confronto con chi quei giovani li forma. Molto spesso li formiamo ma dopo un minuto scappano via. È necessario che le università si aprano al territorio e al confronto con la parte confindustriale e le organizzazioni sindacali».