VIDEO | Voluto dall’organizzazione Slow food Magna Grecia-Pollino si è tenuto un importante incontro per discutere sulle strategie di valorizzazione del prezioso prodotto calabrese
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Obiettivo: produrre qualità. I produttori olivicoli della comunità slow food Magna Graecia – Pollino ne sono più che convinti. Occorre travalicare le frontiere, aprire al mondo, potenziare i sistemi di comunicazione, professionalizzare alcune figure “chiave” della catena produttiva. Sono i punti salienti emersi nel corso della prima edizione della manifestazione “extravergini sotto le stelle”, evento itinerante inaugurato ieri presso la Tenuta Renzo di Corigliano Rossano. «La finalità della comunità Slow food è quella di coinvolgere i produttori che hanno scelto di produrre prodotto di qualità e diffonderlo nei territori,-riferisce Cesare Renzo, produttore e portavoce della comunità Slow food – diffondere l’importanza del valore identitario e, soprattutto, la volontà di mettere nelle condizioni i consumatori nel saper distinguere la qualità da altro». La condotta Magna Grecia- Pollino abbraccia circa 70 comuni, si estende fino alle pendici del Pollino, tutta l’area della Sibaritide e parte del crotonese. 80 i soci della condotta Slow food all’interno della quale ci sono due comunità una per la tutela della cultura Dolce di Rossano (portavoce Cesare Renzo) e la comunità del pisello fulminante, tipologia di piselli presente a Monte Giordano (portavoce Saro Costa). La comunità della Dolce di Rossano e composta da 10 produttori provenienti dall’alto e basso Ionio, dall’Arberia e dalla Sila Greca. Tanti i progetti in cantiere: la realizzazione di un percorso denominato le “strade dell’olio” che sarà collegata al territorio e al cammino Basiliano; e ancora la “strada del vino” e dei “mulini”, il tutto con il coinvolgimento anche del mondo scolastico.
L’importanza dei frantoiani
La Calabria è una delle regioni più produttive e dalla ricchezza varietale. Si punta sul rinnovamento dei macchinari, sulle tecniche di estrazione. Importante per la tutela della qualità dell’olio si rivela il ruolo dei frantoiani. Per Maurizio Pescari, giornalista, «abbiamo bisogno di dare dignità a quelle professionalità determinanti per la produzione di qualità. Dobbiamo essere bravi nell’accudire le piante dell’ulivo e investire sul principale protagonista nell’estrazione dell’olio. Il frantoiano più bravo è quello che rovina di meno la qualità dell’olio che l’olivo ci mette a disposizione. I frantoiani devono fare dei corsi di analisi sensoriali per riconoscere la qualità altrimenti è difficile produrre». È necessario disancorarsi dalle logiche del passato, basate ancora sulla resa, sulla contabilità, trascurando la qualità. In Italia si producono 250mila tonnellate di olio, se ne consumano 600mila e se ne esportano 400mila, ne serve 1 milione e ne sono a disposizione solo 250mila. «Questo significa, conclude Pescari, che i 750mila mancanti di olio si acquistano altrove (Tunisia, Spagna, Grecia) e si tratta di un prodotto che vale esattamente quanto costa. In Italia solo il 3% è di qualità. «È un dato preoccupante, continua Pescari, che dimostra come si continui a vivere di ricordi senza pensare al futuro».
Comunicazione e promozione
Turismo dell’olio, promozione, comunicazione e informazione è la chiave di svolta dell’intera filiera. «Lo storytelling è di fondamentale importanza, serve ai produttori ma serve a tutti, alla Calabria che sembra sempre arrivare per ultima e ha, invece, tutti gli strumenti per arrivare anche prima. Bisogna, inoltre, fare rete e condivisione», osserva Fabiola Pulieri, giornalista. Cultura ed economia, è un giusto e necessario connubio. L’olio Dolce di Rossano ha una storia antica, è presente sin dal V secolo A.V. sottolinea lo storico Franco Filareto: «Tante volte l’economia ritiene di poter fare a meno della cultura, sbagliando. La cultura è identità, è eccellenza, è storia, è valorizzazione di un territorio». Sono intervenuti infine, Andrea Casaleno, fiduciario della condotta Slow food Magna Grecia-Pollino che ha posto l’accento su un nuovo quadro normativo (concepire un protocollo come per il vino che ha ottenuto il Dogc) relativamente alla produzione e alla distribuzione in considerazione del fatto che l’olio è uno degli alimenti essenziali della dieta, e Pino Giordano, responsabile della guida Slow food & presidio che si è soffermato sulle caratteristiche del prodotto e delle proprietà organolettiche della Dolce di Rossano.