Dopo la decisione del tribunale di Cosenza, anche il giudice di Castrovillari accoglie i ricorsi presentati dai dipendenti della ditta di autotrasporti a cui era stato dato il benservito un anno fa. La portavoce Elda Renna: «Spero che la nostra vicenda sia da esempio per tutti»
Tutti gli articoli di Economia e lavoro
PHOTO
Avevano ragione loro. Così, almeno, la pensano i giudici che hanno dichiarato illegittimo il licenziamento di 5 dei 38 lavoratori a cui l’azienda di autotrasporti Simet aveva dato il benservito poco più di anno fa, disponendone l’immediato reintegro.
Dopo la decisione del tribunale di Cosenza riguardante uno degli ex dipendenti della ditta con sede a Corigliano-Rossano, difeso dall’avvocato Marco Vetere, altre quattro sentenze si sono aggiunte da Castrovillari, aprendo più di uno spiraglio per la sorte degli altri 33 colleghi.
Ricorso accolto | Cosenza, era tra i 40 lavoratori Simet licenziati: ora il giudice lo reintegra
Il gruppo, seguito dall’avvocato Susanna Cecere, ha così incassato il parere favorevole del giudice del lavoro Margherita Sitongia, ottenendo il risultato sperato e cercato in 13 mesi di battaglie e appelli. La portavoce dei 38 licenziati, Elda Renna, dopo aver battuto i pugni e vomitato rabbia per tutto questo tempo può finalmente cominciare a cantare vittoria. Anche se questa vittoria per 5 di loro è già arrivata, ma non ancora per lei, che attende l'appuntamento con il giudice fissato per il 23 novembre. Ma la strada sembra ormai in discesa: «Speriamo si arrivi alla stessa soluzione anche per le altre vicende che sono in itinere», dice.
Licenziamento illegittimo, dunque. Sotto la scure dei giudici sono caduti i criteri di valutazione adottati dalla Simet per scegliere quali fossero le posizioni da tagliare. «Uno dei punti incriminati è stato la valutazione dei singoli lavoratori da subito apparsa molto discrezionale – commenta Renna –. Di fatto i dati che hanno determinato il punteggio dei profili professionali non sono chiaramente comprensibili».
Senza lavoro | Un anno da licenziati, il calvario degli ex autisti Simet: «Abbiamo versato tante lacrime ma non molliamo»
L’azienda dovrà dunque reintegrare i lavoratori e pagare loro 12 mensilità unitamente al versamento dei contributi previdenziali e assicurativi. «Tredici mesi fa – ricorda Elda Renna – siamo stati licenziati con la dicitura “riorganizzazione aziendale”. La Faisa Cisal, l’unico sindacato che non ha mai lasciato nessun lavoratore da solo, ha inviato diverse pec in azienda per chiedere delucidazioni riguardo a questo argomento, ma nessuna risposta è stata data».
Inoltre, aggiunge, «la Faisa Cisal ha attivato la procedura di raffreddamento con Simet Spa per tutelare i lavoratori in forza, perché gli stipendi sono erogati con alcuni mesi di ritardo e a piccoli acconti. La ditta sicuramente sta portando avanti un piano di sviluppo aziendale ben preciso e noi le auguriamo che ritorni a splendere più di prima, tanto da poter riassorbire tutti i licenziati, ma i conti non si fanno sulla vita dei lavoratori e delle loro famiglie. I lavoratori sono coloro che portano ricchezza alle aziende e vanno rispettati».
La vicenda di queste 5 persone, adesso, può indicare la strada per gli altri dipendenti della Simet ancora in attesa di sentenza e non solo. «Spero che la nostra storia sia da esempio a tantissimi lavoratori di ogni categoria – afferma Elda Renna –. Il coraggio di lottare distrugge i muri di una cultura omertosa, in cui ognuno pensa al proprio orticello. Vorrei che il nostro coraggio fosse da sprone per tutti coloro che hanno paura di difendere i propri diritti, magari strappando le tessere dell'unico sindacato che li difende. Lo so a molti sembra complicato, ma noi siamo l'esempio vivente della fenice che rinasce dalle ceneri e torna più forte di prima».