Il sindacato Csa-Cisal interviene sulla procedura di rotazione dei dirigenti in atto negli uffici regionali: «I dipendenti sono pronti con i ricorsi»
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«Pendeva l’incudine dell’Anac, che aveva “ordinato” di procedere subito alla rotazione evitando il differimento proposto dalla Giunta regionale, e c’era la legittima aspettativa dei dirigenti di settore di conoscere il loro destino dopo mesi di proroghe e reggenza. Nonostante questi presupposti, l’amministrazione non è riuscita a produrre un procedimento amministrativo lineare e non esente da rischi su dannosi strascichi». Interviene sullo scottante tema della rotazione del personale alla Regione Calabria il sindacato Csa-Cisal.
«Tralasciamo di raccontare le tristi scene a cui si è assistito negli ultimi giorni in Cittadella, con dirigenti disperati, a volte piagnucolanti, perché scontenti del nuovo incarico prospettato ed assessori fin troppo “attivi” nelle trattative. Limitandoci agli atti ufficiali ed evitando di infierire sulla brutta immagine che ormai con cadenza quotidiana la classe dirigente calabrese offre ai cittadini, spieghiamo cosa c’è che non va e puzza di bruciato. Come ormai noto la giunta ha ottemperato alla sacrosanta imposizione dell’Anac adottando due delibere: la 512 e la 513. La maggior parte dei dirigenti ruoterà dal 15 novembre, in undici casi la rotazione sarà differita fino al 31 dicembre perché in quei settori ci sono degli obiettivi di spesa da perseguire. Nella prima delibera abbiamo l’assegnazione dei dirigenti tendenzialmente conciliando le loro preferenze, nella seconda le assegnazioni d’ufficio. Fra queste ultime figurano parecchi dirigenti che hanno presentato la propria candidatura a guidare un settore in linea con il proprio curriculum e la propria esperienza, ma l’amministrazione ha ritenuto piuttosto di lasciare vuoto quel settore, di fatto aprendo la strada ad una riconferma dei precedenti titolari (“eludendo” la rotazione?). Ciò è piuttosto sconcertante, in alcuni casi si tratta di settori strategici per la Regione Calabria. Chi ha interesse a creare questa situazione? Stendiamo poi un velo pietoso sui modi impiegati. Delibere assunte e numerate prima del ponte festivo (31 ottobre) e formalizzate quasi una settimana dopo (6 novembre) in piena opacità e lasciando per giorni i dirigenti senza una regolare proroga. Ma non è nemmeno questo il punto, almeno non il solo».
Che c'azzecca il dirigente del settore Economato?
«Oltre alla firma dell’assessore al Personale, Maria Teresa Fragomeni, e del dg dello stesso dipartimento, Bruno Zito, figura anche quella della dirigente Raffaella Starace. In Cittadella più e più volte ci si è chiesti ma quali competenze può aver mai il dirigente del settore “Economato, Logistica e Servizi Tecnici- Provveditorato, Autoparco e Burc-Gestione Applicativi” con la rotazione del Personale da Piano Triennale dell’Anticorruzione? È davvero una bella domanda, soprattutto considerando il fatto che in teoria il dirigente di settore “istruisce” la pratica. Può quindi verosimilmente dirsi che la dottoressa Starace, sicuramente mirabile nell’ambito delle tematiche attinenti all’Economato, abbia elaborato il testo, consultato volumi legislativi, giurisprudenza, delibere Anac e poi predisposto un atto così impegnativo come la rotazione dei dirigenti? È come se in un’azienda commerciale la gestione del personale fosse affidata a chi è esperto nei rapporti con i clienti o con i fornitori. Chi ha – si chiede quindi il sindacato Csa-Cisal – veramente istruito gli atti? Queste “licenze d’autore” sulle delibere di Giunta non sono un fatto nuovo. Uno dei più freschi precedenti è la variazione del fabbisogno firmata dal dirigente del settore “Gestione Economica”. Anche i corridoi della Cittadella sanno bene che il dirigente “competente” per materia è quello del settore “Giuridico” del dipartimento del Personale. Eppure l’organo politico ha preferito “sopperire”».
Le licenze d'autore
«Ad aggravare la situazione c’è un altro fatto oggettivo. Nella delibera 512 compare la stessa Raffaella Starace come dirigente assegnata al suo attuale settore. E questo – osserva il sindacato Csa-Cisal – non è forse un chiaro caso di potenziale conflitto di interessi? Il codice di comportamento dei dipendenti della Giunta regionale, approvato con delibera n. 25 del 2018, all’articolo 7 dispone che il dipendente debba astenersi dal “partecipare all’adozione o ad attività che possano coinvolgere interessi propri”. E più interesse della conferma dell’incarico di dirigente in un settore di una pubblica amministrazione cosa ci può essere? È evidente che sulla dirigente gravava l’obbligo di astensione, che non ha osservato e ci sono quindi tutti gli estremi per avviare un procedimento disciplinare. Come anticipato, a dover firmare gli atti doveva essere un altro dirigente, quello del settore “Giuridico”, che sicuramente avrebbe dovuto astenersi dal sottoscrivere la 512 (in cui lo stesso figura) ma comunque avrebbe dovuto essere coinvolto nella redazione e firma della 513 (dove non aveva diretto interesse). La Giunta si è mai domandata perché il dirigente competente in materia non solo non ha firmato questi atti così importanti, ma negli ultimi mesi non ha apposto il sigillo su decine di delibere che in teoria avrebbe dovuto istruire. E qui veniamo ad un ragionamento più ampio: se alla fine della fiera, l’organo politico trova sempre almeno un dirigente “disponibile”, seppure non centri nulla o, peggio, non sappia nulla di una pratica, che senso ha la rotazione? Non è forse uno degli scopi della rotazione evitare l’incrostazione di potere per salvaguardare la trasparenza e correttezza degli atti amministrativi scongiurando “forzature” dell’esecutivo? Però – prosegue il sindacato – se la burocrazia che dovrebbe contenere gli appetiti politici invece di nascondere la chiave sega la serratura, la rotazione perde tutto il suo valore».
Pronti i ricorsi
«Di queste e di altre anomalie si sono accorti in parecchi altri. Pare che poco dopo la pubblicazione delle delibere sulla rotazione in molti dirigenti abbiano già provveduto ad effettuare l’accesso agli atti. Molti altri sono pronti a presentare formale ricorso, soprattutto quelli assegnati d’ufficio nonostante avessero manifestato la propria disponibilità a guidare un settore che poi l’amministrazione ha paradossalmente preferito lasciare vacante. Le due delibere piuttosto che mettere un punto fermo nella vita amministrativa della Regione Calabria hanno riempito un calderone già sull’orlo dell’esplosione». Poichè la partita non è finita, il sindacato Csa-Cisal chiede formalmente all’Anac di procedere con un’attenta analisi di quanto deciso dalla Giunta. «L’Autorità Nazionale dell’Anticorruzione siamo certi attenzionerà quanto appena scritto dal sindacato. Della questione dovrebbe sicuramente farsi carico l’attuale Responsabile regionale dell’Anticorruzione, a maggior ragione dopo che il suo incarico è stato prolungato per altri tre anni. Come tutti gli altri dipendenti regionali – precisa la nota – ha assistito a delibere assunte e numerate, ma formalizzate giorni dopo con gli incarichi di dirigenti scaduti e prorogati con forte ritardo. Non è normale che delibere che dovrebbero essere cristalline siano sottoscritte da un dirigente che non ha niente a che fare con la rotazione del personale. Non è normale che molti dirigenti siano già sul piede di guerra pronti a segnalare presunte irregolarità. Siamo convinti che la Responsabile dell’Anticorruzione si assumerà le responsabilità che derivano dal suo incarico facendo emergere tutti questi aspetti a dir poco “critici”. Di certo – conclude il sindacato – siamo sfiancati di dover dimostrare come la Regione Calabria sia amministrata con così tanta imperizia ed improvvisazione».