Nella kermesse dedicata all'imprenditoria femminile in finale è arrivata anche un'azienda di abbigliamento bruzia che ha scommesso su donne, welfare e parità di genere
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Inclusione, talento femminile, lungimiranza. Tre qualità che contraddistinguono uno dei premi dedicati all'imprenditoria in rosa più importanti d'Italia. Parliamo del Women Value Company, la kermesse che premia l'imprenditoria femminile, giunto quest'anno alla sua VII edizione. Nato dalla collaborazione di Fondazione Marisa Bellisario e Intesa Sanpaolo - può considerarsi un faro per tutte quelle piccole e medie imprese che hanno tradotto in realtà la parità di genere, espandendosi sui territori e diventando punti di riferimento occupazionali ed esempi di sana e vincente imprenditoria.
Giunti in finale, superando ben 1120 candidati, 13 aziende del sud Italia, di cui 2 quelle calabresi. A dar voce alla città di Cosenza proprio l’azienda Capitano che si contraddistingue per i numeri che la vedono un'impresa che punta concretamente sulle donne, sul welfare, sulla trasparenza, sulla parità di genere e sull'inclusione.
«Noi imprenditori del Sud ci sentiamo piccoli anche se non lo siamo»
A ritirare il premio sul palco è stata Nunzia Capitano, che ha condiviso la gioia e il successo con le sorelle Roberta e Sara Capitano, presenti in sala. «Innanzitutto vogliamo ringraziare la nostra filiale imprese di Cosenza che da anni ci sostiene e con cui collaboriamo sempre con più soddisfazione - ha detto Nunzia Capitano -. Non ci aspettavamo questo riconoscimento, perché a volte noi imprenditori del Sud ci sentiamo piccoli anche quando piccoli non siamo, sicuramente lontani dai riflettori nazionali, abituati solo a lavorare navigando quotidianamente in mezzo a tante difficoltà e tanti limiti, geografici e non...». Un'azienda, Capitano, che punta sulle donne, punta sull'uguaglianza di genere, che espandendosi in tutta la regione dona opportunità di lavoro.
«La nostra è un’azienda che opera nel settore dell’abbigliamento e che nasce con una gestione familiare, da nostro padre, che già veniva da una famiglia di commercianti, gli ambulanti di una volta, e che aveva un grande sogno: diventare una catena di family store partendo dalla nostra città, Cosenza. Attualmente abbiamo 8 negozi in Calabria e apriremo il nono entro fine anno. Con orgoglio possiamo dire che negli ultimi tempi abbiamo intrapreso un percorso virtuoso, fatto di aiuti concreti per garantire ai collaboratori un equilibrio fra famiglia e lavoro, vita privata e carriera, perché proviamo sempre ad andare incontro ai bisogni e alle esigenze dei lavoratori», continua.
Un'azienda in "magenta" senza pregiudizi, che scommette sulle donne
«Questo riconoscimento ci rende particolarmente felici, perché la nostra davvero è un’azienda in rosa, anzi, in magenta, che poi è anche il colore del nostro marchio. Il 90% dei nostri dipendenti sono donne, di cui il 70% mamme, e in più del 50% dei casi la collaboratrice è diventata mamma durante il rapporto di lavoro, che è uno degli aspetti di cui andiamo più fieri. Più del 70% delle posizioni manageriali o apicali è al femminile. D’altronde, anche la compagine societaria è per la quasi totalità al femminile (noi tre sorelle Capitano più una “quota azzurra”).
L'idea del Nido aziendale
Possiamo vantare anche l’assenza totale di pregiudizi nei confronti di diverse etnie, religioni o orientamenti sessuali all’interno dell’azienda, oltre che di gender gap. Infine, possiamo affermare con orgoglio che più l’azienda cresce, più crescono i lavoratori con noi, così come pure tutto il capitale umano della grande famiglia Capitano». Progetti per il futuro? «Il nostro obiettivo per il 2024 è quello di estendere il piano sanitario a tutti i nostri collaboratori... E poi c’è in mente un progetto più ambizioso: creare un nido aziendale».
Dal 2017 sono state oltre 5 mila le aziende che vi hanno partecipato - 700 le finaliste e 14 le Mele d’Oro assegnate - mettendo a fattor comune le rispettive esperienze sul campo tese a promuovere la professionalità femminile e a investire su tematiche di grande valore prospettico quali gender equality, welfare aziendale, politiche flessibili di organizzazione del lavoro, servizi in grado di facilitare il rapporto famiglia/lavoro, politiche retributive di merito non discriminatorie e che determinino un’allargata cultura della diversità di genere tesa a superare il gender gap.