Ben 2.700 imprese hanno dichiarato il fallimento. Oltre 27 mila posti di lavoro andati in fumo, generando insieme all’indotto una perdita complessiva di circa 90 mila unità occupazionali. Crolla di oltre 10 punti percentuali l’indice di fiducia delle imprese sull’andamento economico regionale. È quanto emerge da una Nota scientifica su “Crisi economica e lavoro in Calabria” realizzata dall’Istituto Demoskopika che ha analizzato il periodo 2004-2014.

 

Il presidente di Demoskopika, Raffaele Rio :«Il governo regionale lavori, in accordo con il sistema bancario, ad una sorta di quantitative easing calabrese. Un’operazione capace di immettere oltre 8 miliardi di euro per la ripresa economica».

 

«La crisi è dura, fiacca inevitabilmente le nostre imprese - commenta il presidente dell’Istituto– producendo una grave ed inesorabile perdita di posti di lavoro. Comunque si vogliano interpretare i dati, i segnali, gli orientamenti e le tendenze, l’economia calabrese continua a scontare una pesante recessione. Ad oggi – osserva Raffaele Rio – le azioni messe in campo dalle istituzioni ai vari livelli si sono rilevate insufficienti e inadeguate. La Regione Calabria prioritariamente, deve accelerare la macchina della spesa dei fondi comunitari relativi alla programmazione 2007-2013, avviare il più celermente possibile la nuova fase di risorse europee e lavorare alla sottoscrizione di un “patto di garanzia” con le banche. Si tratta – conclude il presidente di Demoskopika - di una sorta di quantitative easing “in salsa calabra” capace di immettere oltre 8 miliardi di euro nei prossimi cinque anni, ossia quantità massicce di liquidità per un periodo prolungato a sostegno della ripresa delle imprese, per compensare il progressivo taglio dei trasferimenti agli enti locali e per rilanciare la propensione al consumo delle famiglie”.

 

L’andamento negativo strutturale dell’economia regionale ha prodotto il fallimento di 2.698 aziende. Nel solo 2014 – si legge nella nota scientifica dell’Istituto Demoskopika che ha elaborato i dati Cerved – le imprese che hanno dichiarato il fallimento sono state 324 con un incremento del 36,1% rispetto al 2004. Un trend preoccupante, ancora più evidente, se legato alla perdita dei posti di lavoro: ben 27.505 unità occupazionali andate in fumo nell’arco temporale analizzato a cui occorre aggiungere – secondo le stime occupazionali di Demoskopika – almeno altri 65 mila posti di lavoro persi perchè legati all’indotto delle aziende cessate per fallimento.

 

Il «sistema Calabria» non crede ancora nella ripresa economica regionale. Nel 2014, si è registrata una rilevante discesa, pari al 10,5% rispetto al 2004, dell’indice di fiducia delle imprese calabresi sull’andamento economico regionale misurato annualmente dall’Istituto Demoskopika per conto della Banca di Credito Cooperativo Mediocrati.