«Occuperemo i palazzi romani e finanche le abitazioni private dei nostri quattro parlamentari pentastellati e inviteremo i deputati Sapia, Forciniti, Scutellà e la senatrice Abate a dormire ogni sera in una casa diversa: le abitazioni delle famiglie delle vittime della ss 106, peraltro dichiaratesi disponibili».


L’attacco durissimo alla deputazione del Movimento 5 Stelle, che si oppone ai lavori del terzo megalotto della statale fra Sibari e Roseto Capo Spulico per timore di infiltrazioni ‘ndranghetistiche, è partito nei giorni scorsi da Luigi Promenzio, presidente dell’associazione Fiori d’Arancio Corigliano-Rossano, e Fabio Pugliese, presidente dell’associazione Basta Vittime sulla Ss 106, durante un dibattito dal tema “SS 106-III Megalotto: quale futuro?” tenutosi a Corigliano Rossano.


Durante l’incontro, al quale hanno partecipato anche Giuseppe De Lorenzo, della Fillea Cigl, a Alfonso Rago del Movimento Noi, Promenzio e Pugliese non hanno usato mezze misure:
«Sbaglia – ha dichiarato il primo – chi confonde o bolla la querelle 106 come dilettantismo politico. In questa parte di Calabria si sta coagulando quello che la storia ci ha propinato più volte in questi ultimi 100 anni: i latifondisti che incontrano la politica debole. Quei padroni che, a volte, non conoscono i limiti catastali delle loro terre e che, in questo caso, si mettono di traverso e contro chi percorre abitualmente la ss 106 e vorrebbe solo poter tornare a casa in modo più sicuro. Tutto questo sotto lo sguardo smarrito di eletti del popolo. Sia chiaro – ha tuonato Promenzio – tutto questo non lo permetteremo! Nulla di personale contro il M5S ma è giunto, ormai, il tempo del fare. E poi non vorremmo assistere a strane manovre (preelettorali regionali?) di una parte di una sola confederazione di agricoltori, ideate contro i lavori di ammodernamento della Ss106 e quindi contro lo sviluppo».


Rivolgendosi al senatore Morra, Promenzio ha poi detto di «pretendere un governo di cambiamento» ed ha invitato «i quattro parlamentari della zona, tre dei quali avvocati, ad assumersi le responsabilità per i quali sono stati eletti e, codice degli appalti in mano, a vigilare personalmente sui lavori. Vi dico però – ha concluso il presidente di Fiori d’Arancio – cosa accadrà nei prossimi mesi, qualora si dovessero tarpare le ali a quel sacrosanto diritto alla mobilità al quale la Sibaritide ambisce da oltre un secolo: ci ritroveranno sulla 106 in posizione verticale, dignitosamente, a imbracciare senza tregua battaglia di civiltà!».


«Avrei apprezzato tanto se il senatore Morra – ha aggiunto Pugliese – piuttosto che mettersi di traverso allo sviluppo del nord-est calabrese, avesse proposto un’idea diversa da quella progettata da Anas. Mi spiace che Morra, uno stipendiato dai cittadini, si sia schierato solo dalla parte dei proprietari terrieri. Invito, dunque, il senatore a studiare e approfondire gli argomenti, prima affidarsi al solo populismo».


Il presidente dell’associazione Basta Vittime sulla SS 106 ha poi concluso proponendo di «occupare le abitazioni dei nostri quattro parlamentari mentre noi volontari accompagneremo i deputati Sapia, Forciniti, Scutellà e la senatrice Abate, ogni sera in una abitazione diversa dove vivono le famiglie delle vittime della 106».