I 52 dipendenti del punto vendita Carrefour proseguono la protesta: «Abbiamo speranza nelle istituzioni e nel sindacato»
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Dal 16 ottobre scorso presidiano il piazzale del supermercato Carrefour, in località Passovecchio, nella zona industriale di Crotone. Non intendono in alcun modo rassegnarsi a lasciare quel luogo dove hanno lavorato per oltre venticinque anni e che un paio di settimane fa hanno visto cancellato da un messaggio Whatsapp della proprietà, la Grande distribuzione lametina di Franco Perri, che annunciava il loro licenziamento. I 52 lavoratori del punto vendita Carrefour di Crotone sono in compagnia dei familiari, di qualche amico e nulla più. Martedì mattina, per la verità, hanno ricevuto la visita del segretario generale della Cgil Maurizo Landini, in Calabria per partecipare alla manifestazione sull'eccidio di Melissa, tre contadini che settant'anni fa furono uccisi dalla Polizia proprio per difendere il loro lavoro. Landini, che era accompagnato dal governatore calabrese Mario Oliverio, dalla consigliera regionale Flora Sculco, dal sindaco di Crotone Ugo Pugliese, ha commentato amaramente che licenziare 52 lavoratori con un messaggino è una vergogna e un'offesa anche agli imprenditori che lavorano seriamente.
«Ai nostri figli abbiamo detto che siamo rimasti senza lavoro, che dobbiamo tirare la cinghia più di prima, ma che abbiamo speranza nelle istituzioni e nel sindacato» dice Rosaria, una delle 52 persone alle dipendenze del punto vendita Carrefour di Crotone. La speranza di Rosaria e dei suoi colleghi che se ne stanno da giorni in quel piazzale, è di portare la vertenza all'attenzione del Ministero dello Sviluppo economico e di ottenere a breve un incontro al tavolo romano. E proprio in queste ore la deputata del comprensorio, Elisabetta Barbuto, M5s, ha reso noto che una interpellanza è stata rivolta al Ministero dello Sviluppo economico ed al Ministero del Lavoro e delle Politiche sociali per trovare una soluzione alla vertenza e scongiurare i 52 licenziamenti previsti.
«Paghiamo una gestione completamente sbagliata – rincara la dose Tonino, un altro dipendente Carrefour -. Non è vero che il supermercato andava male. I problemi sono iniziati quando gli scaffali non sono stati più riforniti di merce e i clienti erano costretti a comprare altrove, e questo perché i nostri fornitori abituali non venivano pagati dal titolare dell'azienda. Addirittura veniva distribuito il volantino con le offerte, ma i prodotti sugli scaffali non c’erano». I dipendenti ne hanno per tutti, non solo per gruppo di Perri. «Come può una casa madre come Carrefour Italia – si chiede Ernesto - dare un franchising tanto importante e che riguarda una intera regione, la Calabria, senza aver cura di vigilare? Mai abbiamo visto ispettori o controlli provenienti dalla casa madre ed ora questa ha la prontezza di prendere le distanze dal gesto tanto sciocco ed inappropriato del Gruppo Perri solo per tutelare la propria immagine».
Il pensiero di tutti, in queste ore, va però al loro collega Giuseppe, rappresentante sindacale, colto da infarto per lo stress accumulato negli ultimi giorni. Le sue condizioni stanno migliorando, anche se resta in terapia intensiva in ospedale a Catanzaro, e ha comunicato che presto tornerà sul piazzale per continuare la battaglia per il diritto al lavoro.