Sono oltre 200 i dipendenti dei Carrefour Market di Lamezia Terme, Catanzarese e Cosentino che da gennaio 2021 sono stati lasciati a casa senza alcuna spiegazione. Non hanno ricevuto alcuna lettera di licenziamento, allo stesso tempo non stanno ricevendo stipendio né risulta che sia stata fatta richiesta di ammortizzatori sociali. Sono, insomma, in un limbo. «Abbiamo famiglia, siamo quasi tutti monoreddito, abbiamo mutui, fateci sapere qualcosa», spiegano chiedendo un dialogo con la proprietà che fino ad ora non c’è stato.

Era il 2019 quando i supermercati a marchio Carrefour gestiti dal gruppo Perri venivano dati in gestione al gruppo Apulia il quale ha lasciato a gennaio l’impresa. I dipendenti hanno ricevuto una lettera che comunicava loro il ritorno sotto la società della famiglia Perri, i supermercati hanno abbassato la saracinesca e da allora è stato solo silenzio.

Difficili anche i rapporti con i sindacati che hanno così deciso di cambiare strategia organizzando un sit in di protesta davanti al centro Commerciale Due Mari. Così scrivono al prefetto Filcams Cgil, Cisl Fisascat e  Uiltucs Uil: «Considerato che ad oggi le aziende del “Gruppo Perri” hanno disatteso la richiesta di incontro urgente inviata in data 12 marzo, utile a ricercare percorsi condivisi per garantire il futuro occupazionale ed il sostegno al reddito per i circa 220 dipendenti; visto l'acuirsi delle preoccupazioni e l'esasperazione data dall'incertezza della loro condizione che vivono lavoratrici e lavoratori comunicano che venerdì 26 marzo si svolgerà una manifestazione regionale di protesta davanti al Centro Commerciale “Due Mari”, allo scopo di sollecitare l'azienda a convocare il tavolo di confronto».

I lavoratori provengono da undici supermercati, molti lavorano con la famiglia Perri da quindici anni e non si spiegano questo muro, chiedono di sapere del loro destino e di ricevere il loro salario. Fino a poco tempo fa sembrava che la vicenda si stesse incanalando nel solco di una cessione del ramo all’azienda Az della famiglia Noto e, visto che i sindacati erano stati lasciati fuori dalla trattative, questi avevano avanzato la preoccupazione che «nel meccanismo dei passaggi burocratici tra un'azienda e l'altra si rischia di lasciare per strada pezzi importanti e di non garantire, così come sarebbe previsto dalle leggi e dai contratti in essere, la continuità occupazionale dei dipendenti».

Ma anche su questa ipotesi di cessione non ci sono certezze. Una situazione surreale in cui madri e padri di famiglia attendono di sapere come portare il pane a casa.