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Hanno manifestato davanti all’aeroporto internazionale di Lamezia Terme questa mattina i lavoratori di vigilanza privata in servizio diurno e notturno nello scalo. La loro è stata un’appendice della grande protesta tenuta in contemporanea a Roma da parte dei dipendenti di istituti ed imprese di vigilanza sotto la regia delle tre sigle confederali.
Senza il rinnovo del Contratto Collettivo del Lavoro dal 2015 e senza stipendio da quattro mesi, seguiti nel presidio lametino dalla FilCams Cgil, i lavoratori rispediscono al mittente le proposte avanzate dalle associazioni datoriali.
In particolare, spiega a LaCnews24 Elisabetta Fruci della FilCams Cgil, le offerte avanzate «vanno ad intaccare diritti già acquisiti». Durante l’ultimo incontro, che risale a febbraio 2018, è stato proposto, ci spiega, di inserire nel nuovo Ccl il passaggio delle ore di lavoro da 40 a 45, la possibilità di ricorrere alla chiamata ad intermittenza , la compressione del periodo di malattia, superato il quale all’azienda verrebbe data la facoltà di procedere al licenziamento e il non pagamento dei primi tre giorni.
Inoltre, nel nuovo documento i lavoratori non verrebbero tutelati in caso di cambio di appalto, aggiunge ancora Fruci, e nel caso di appalti ad enti pubblici vincendo le aziende che offrono il maggiore ribasso ne andrebbero a risentire i lavoratori.
I lavoratori in servizio nella vigilanza notturna e diurna dell’aeroporto non ricevono, ha denunciato ancora la sindacalista, lo stipendio da gennaio, ma ci sono casi di altri istituti di vilanza che non pagano i loro dipendenti da sette mesi.
A fine sit Uil e Cgil FilCams hanno deciso di comune accordo di chiedere un incontro al Prefetto di Catanzaro proprio al fine di sollecitare il pagamento degli stipendi.