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Ci sarebbe un debito con l’erario di più di un milione e mezzo di euro dietro la decisione da parte dei nuovo vertici della Lamezia Multiservizi di non sedersi al tavolo del consiglio di amministrazione tenutosi nei giorni scorsi. Un buco importante relativo a «ritenute d’acconto operate nei confronti dei lavoratori dipendenti nel 2017 e non versate alle scadenze dovute».
Un peso troppo grande da portare per Ciardullo e Del Vecchio, nominati presidente e vice presidente della partecipata, che rivolgendosi al cda avrebbero messo in chiaro di non volere subire le conseguenze di un reato legato a scelte aziendali estranee alla loro gestione. Ma non solo.
L’accettazione ufficiale della nomina sarebbe legata ad una condizione, quella che i comuni soci estinguano con versamenti nelle casse della società il debito e che si impegnino anche a ripianare i debiti pregressi per consentire il pagamento degli emolumenti ai dipendenti e la corrente amministrazione della società «attualmente ingestibile per questione di fondi».
Se queste condizioni non si dovessero verificare non solo Del Vecchio e Ciardullo si rifiutano di ricoprire gli incarichi, ma invitano anche a mettere la società in liquidazione.