Agrumi dal Pakistan in Italia attraverso il porto di Gioia Tauro. Lo denuncia la Coldiretti evidenziando, in una nota, «l'ingresso di prodotti agricoli che creano concorrenza sleale alle nostre produzioni. Non è stato un blitz quello di Coldiretti al porto di Gioia Tauro bensì l'occasione di verificare - si legge - durante un normale controllo di routine, che cosa sbarca al porto sul versante agroalimentare e in questo caso degli agrumi. Ebbene - afferma Francesco Cosentini direttore di Coldiretti Calabria - abbiamo trovato conferme e sorprese come dimostrano le foto scattate. Dopo 5200 km in linea d'aria arrivano direttamente dal Pakistan i mandarini varieta' "kinnot" a basso contenuto di semi che alla vista sono molto simili alle nostre clementine. Il confezionamento - spiega - è anche accattivante con queste scritte: "un regalo della natura" e poi l'indicazione "proveniente dalla terra dei cinque fiumi" che altro non è che il Panjab, una regione posta a cavallo della frontiera tra India e Pakistan. Quindi - aggiunge - non solo concorrenza dal Nord-Africa e Spagna, ma adesso anche dall'oriente che sta lanciando il prodotto su larga scala commerciale».


L'ultima stagione agrumicola, ricorda Coldiretti, «ha fatto registrare prezzi bassi, perdite per molti produttori e poi una concentrazione di altri fattori che hanno determinato una "tempesta perfetta": calamita' naturali, incoerenza commerciale, concorrenza sleale con produzioni di altri paesi a cui viene data la cittadinanza calabrese. Insomma, nessuna remunerazione per il lavoro con numeri impietosi che evidenziano che il prezzo alla vendita per gli agrumicoltori scende di anno in anno mentre per il consumatore rimane alto a causa di una filiera troppo lunga, di una concorrenza agguerrita e appunto per certi versi sleale».