Il Dpcm del 29 novembre prevede la decadenza dei vertici. Le loro funzioni passeranno alla struttura di missione. Ma non è ancora stata identificata. La preoccupazione delle imprese per investimenti e autorizzazioni
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È grande la confusione sotto il cielo delle Zone economiche speciali. Per Il Sole 24 Ore di oggi le Zes sono allo sbando. Forse le cose non stanno esattamente così, può darsi ci siano movimenti sotto traccia, ma gli atti parlano chiaro. E dicono che dal primo gennaio 2024 gli otto commissari straordinari che finora le hanno guidate decadranno dal loro incarico. Le loro funzioni saranno trasferite alla struttura di missione Zes, ancora non meglio identificata.
Tutto mentre incombe un altro passaggio formale: tra undici giorni è previsto un cambio di governance e di strategia complessiva, cioè il il passaggio alla Zes unica del Mezzogiorno, nonostante affiorino perplessità da parte di alcuni governatori meridionali (non quello della Calabria Roberto Occhiuto). Nulla di definito, dunque, sia per la governance complessiva che per le imprese che hanno investito nelle aree. Tutto per “colpa” del Decreto del presidente del Consiglio dei ministri (Dpcm) del 29 novembre, pubblicato venerdì 15 dicembre sul sito del Dipartimento per il programma di Governo.
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Il provvedimento, è la lettura del Sole 24 Ore, ha voluto accelerare la chiusura della esperienza delle otto Zes rispetto a quanto anticipato. Inizialmente si era prospettata una fase transitoria durante la quale i commissari con le relative strutture avrebbero continuato a gestire l’attività in corso fino a smaltirla. Stesso iter previsto dal Decreto Sud che ha istituito la Zes unica. Il governo Meloni, invece, ha deciso di mandare tutti a casa dal giorno di Capodanno mentre la Struttura di missione Zes pensata per la nuova fase non ha ancora un’identità precisa.
I tempi per impostare la riorganizzazione sono più che stretti. Con molti interrogativi aperti sugli investimenti industriali approvati, le autorizzazioni uniche e gli appalti. Le imprese si chiedono che fine faranno gli iter autorizzativi già avviati: ripartiranno da zero o si troverà il modo per accelerare i processi?
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Commissari straordinari sul piede di guerra
I commissari straordinari sono ovviamente sul piede di guerra per le novità introdotte dal Dpcm. Le ricadute non sono poche: il lavoro fatto rischia di andare perso e le strutture create ad hoc potrebbero essere smembrate. Il fulcro del malcontento è in Campania, dove la Zes ha conseguito i risultati migliori, con la creazione di 8mila posti di lavoro diretti e due miliardi di investimenti, di cui 1,1 miliardi di crediti d’imposta attivati, come del resto certificato da uno studio Ambrosetti. Giosy Romano, commissario di quella Zona economica speciale, governa anche sulla Zes Calabria, dove i risultati non sono stati altrettanto lusinghieri: 73 insediamenti per la prima, soltanto 11 per la seconda. L’incertezza, però, si estende a tutte le Zone economiche speciali. Vito Grassi, vice presidente di Confindustria e presidente del Consiglio delle Rappresentanze Regionali e per le Politiche di Coesione Territoriale, spiega al Sole 24 Ore: «Si rischia di penalizzare il Mezzogiorno e la sua impresa che ha mostrato di voler investire e crescere. Chiediamo ancora una volta di poter partecipare alla Cabina di regia e alla Struttura di missione per dare un contributo nella definizione della Zes Unica».