VIDEO | Non naviga in buone acque il settore idrico calabrese e la crisi gestionale e finanziaria della società che lo gestisce preoccupa e mette a rischio i dipendenti che hanno manifestato davanti la sede dell'ente a Catanzaro
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È in crisi il settore idrico calabrese e i 7 anni di liquidazione per la Sorical, la società mista pubblico-privata che gestisce gli acquedotti e l’approvvigionamento dell’acqua potabile ai comuni, non sono bastati per rilanciarla. Il problema di liquidità della società, che rischia di affogare nei debiti, passa per il mancato pagamento di quanto dovuto dai comuni, e dal bilancio regionale con conseguenti criticità per i cittadini, ai quali non viene garantito un servizio di qualità a tariffe accettabili, e per i lavoratori, circa 2000 tra diretti e indiretti, che continuano a garantire il servizio ma con precarietà.
I motivi della protesta
«Per poter gestire il servizio in continuità, Sorical ha bisogno di incassare almeno 60 milioni annui – ha spiegato Francesco Gatto, della Filctem Cgil Calabria -. Basterebbe a pagare gli stipendi e i fornitori. È evidente che a questo si deve aggiungere la rata annuale del piano di rientro, quindi di ristrutturazione del debito che fino al 2019, ancora non ristrutturato, pesava circa 20 milioni. Quindi la Sorical ad oggi se non riesce ad incassare intorno agli 80 o 90 milioni di euro non riuscirà a garantire con certezza la distribuzione all’ingrosso del bene idropotabile».
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Il servizio idrico integrato calabrese per i sindacati non è mai partito seriamente e sconta una serie di criticità annoverabili alla mancata volontà politica, a tutti i livelli, di affrontare la situazione pur vendo strumenti finanziari e normativi per farlo e quindi per tutelare il bene “acqua”. Un problema gestionale e finanziario non più procrastinabile per le organizzazioni sindacali Cgil e Uil, con posizioni diverse la Cisl, che insieme ai lavoratori hanno organizzato una manifestazione di proposta e non di protesta davanti la sede Sorical a Catanzaro, appellandosi al neo governo regionale e alla presidente Jole Santelli. «Dispiace la frattura del mondo sindacale – per Michele Pagano della Uiltec Calabria -. C’è una sigla che ha voluto scegliere un’altra strada, di stare vicino all’azienda e di avallare le scelte scellerate».
Le criticità da affrontare dalla Sorical
Tra le criticità evidenziate dai manifestanti ci sono un ciclo integrato troppo frammentato, ovvero una parte alta in mano alla Sorical in liquidazione che gestisce adduzione e potabilizzazione, e una parte bassa, quella relativa al ciclo di distribuzione, fognatura e depurazione, gestita in economia dai comuni; perdite della risorsa sulla rete pari a quasi il 50% mancati investimenti ordinari e straordinari per ammodernare l’intero sistema; schemi fognari e depurativi mal funzionanti; elevato tasso di abusivismo e morosità che sfiora anche in questo caso il 50%; incompiuto iter della legge di riordino complessivo del servizio approvata nel 2017 dalla Regione ma mai adeguatamente sostenuta e sviluppata; stallo dell'Aic, l’Ente di Governo d’Ambito Calabrese, la nuova autorità idrica al cui vertice è stato eletto il sindaco di Rende Marcello Manna.
«È da tempo che stiamo chiedendo una riforma seria del sistema - ha ribadito il segretario generale Cgil Calabria Angelo Sposato -. E chiediamo alla nuova giunta regionale un tavolo immediato».