La questione dell’aeroporto Tito Minniti di Reggio Calabria arriva a Roma. Il ministro per le Infrastrutture e vicepremier, Matteo Salvini, ha convocato per questo pomeriggio al ministero delle Infrastrutture un tavolo urgente al quale siederanno Enav, Enac e i vertici di Sacal, la società che gestisce dal 2017 i tre aeroporti calabresi di Lamezia Terme, Reggio Calabria e Crotone. Unico punto all’ordine del giorno: l’aeroporto di Reggio Calabria con particolare riferimento alle «limitazioni che gravano sullo scalo, anche alla luce dei provvedimenti adottati dopo l'emergenza che ha interessato lo scalo di Catania».

L’aeroporto con restrizioni e due sole tratte

Nello scalo di Reggio vola solo la compagnia Ita AirWays con quattro voli di andata e quattro di ritorno (due per Roma Fiumicino e due per Milano Linate) al giorno. È bastato uno sciopero nazionale per ridurre ancora più drasticamente l’attività. E quando i voli sono già al minimo, uno sciopero, come quello dello scorso 15 luglio, è molto più impattante, nonostante si sia trattato solo di quattro voli cancellati.

Le tratte mancate e la richiesta di cessazione degli oneri di servizio

Solo Ita AirWays perché le nuove tratte bandite da Enac con gli oneri di servizio per Venezia, Torino e Bologna non sono state assegnate. Le gare sono, infatti, andate deserte, lasciando al minimo l’offerta volativa. A seguito di questo epilogo negativo, registrato ormai lo scorso aprile, la Regione Calabria ha chiesto al Ministero la cessazione degli oneri di servizio pubblico. Allo studio (da settimane) altre ipotesi di rilancio e di investimento dei 13milioni di euro che la stessa Regione aveva stanziato e investito, a seguito di conferenza dei servizi, nei bandi infruttuosi. Questo lo scenario in cui interviene l’avviso d Enac che desta anche l’interesse del vicepremier Salvini.

L’avviso ai piloti di Enac

Il ministro Salvini, già esplicitamente interpellato sul mancato rilancio dello scalo il mese scorso dal deputato penta stellato Riccardo Tucci, vuole adesso approfondire il tema delle restrizioni dello scalo. Ha infatti interpellato Enac che lunedì ha diramato un avviso ai piloti, sospendendo fino alla giornata odierna l’obbligo di addestramento dell’equipaggio per atterrare, posto a garanzia della sicurezza dei voli nell’aeroporto di Reggio Calabria

Sicurezza e mobilità: per due giorni basta la valutazione dei rischi

Una garanzia di sicurezza che in questi giorni avrebbe ceduto il passo all’esigenza certamente impellente di attenuare i disagi dei passeggeri assicurando per quanto possibile la mobilità. C’è certamente in questione anche l’esigenza altrettanto essenziale. Quella di decongestionare uno scalo teatro di un incendio dalle cause ancora in corso di accertamento. Merita di essere chiarita e approfondita, tuttavia, la sufficienza di una valutazione dei rischi per atterrare sulla lista 15/33 laddove esiste un obbligo che Enac ha fatto intendere essere granitico e inamovibile.

A Reggio solo equipaggi addestrati

È bene, infatti, ricordare che Enac ha formalmente mantenuto tale obbligo nelle disposizioni contenute nelle informazioni aeronautiche (Aip) relative allo spazio aereo nazionale in vigore dallo scorso 26 gennaio. Esse hanno dedicato l’apertura del paragrafo relativo alle informazioni aggiuntive alle procedure di volo proprio all’aeroporto di Reggio Calabria e alla qualificazione richiesta per gli equipaggi di volo. «L’aeroporto di Reggio Calabria presenta caratteristiche orografiche, meteorologiche e operative che richiedono la qualificazione preventiva degli equipaggi». Le motivazioni sono legate alla posizione della pista e alla collina che si erge a sud del campo visivo del pilota. Una condizione di limitata visibilità che non consente il completo automatismo della manovra di atterraggio. Dunque piuttosto che l’atterraggio strumentale praticato negli altri aeroporti, anche se non in tutti con la stessa regolarità, a Reggio Calabria l’atterraggio avviene a vista perché è necessario che il pilota intervenga manualmente per condurre a terra il vettore. La procedura è quella del circling, con minime di visibilità diverse da quelle previste per l’atterraggio strumentale.

Migliorare l’operatività mantenendo l’obbligo di addestramento

Dopo gli annunci dell’amministratore unico di Sacal, Marco Franchini, dello scorso anno, la stessa Enac ha comunica della sperimentazione di «una nuova procedura strumentale di volo per migliorare l’operatività dello scalo calabrese, attualmente soggetto a restrizioni»Una nuova procedura di volo che tuttavia – si legge nella stessa nota – «non comporta alcun alleviamento dei requisiti addestrativi imposti ai piloti, potrà verosimilmente garantire una migliore operatività dello scalo». Resterà dunque l’obbligo di addestramento, nonostante, la nuova procedura messa a punto. Un obbligo che, invece, in questi giorni appare supera le con la sola valutazione dei rischi.

Serve chiarezza

Nessuno mette in discussione la priorità assoluta della sicurezza dei voli. Ciò che si pone in evidenza è la necessità di chiarezza su alcuni vincoli che, pure essendoci stati in passato, non hanno impedito a questo scalo di operare anche con un traffico di 700mila passeggeri. Vincoli che non verrebbero meno neppure con le nuove procedure (da mesi ancora allo studio) e che invece so o risultati passibili di temporanea sospensione. Da tempo inoltre si sente parlare di attenuazione come anche di rimozione totale dell’obbligo e delle restrizioni che comporta. Come se fossero ipotesi conciliabili. Se più dei politici, restano autorevoli i tecnici, dobbiamo concludere che l’unica prospettiva realmente attendibile sia quella di una mitigazione. Non non potendosi intervenire sul piano strutturale e dunque sulla posizione della pista 15/33 (l’unica operativa dello scalo visto che la 11/29 è chiusa), si può solo agevolare il conseguimento dell’addestramento richiesto, rendendolo meno gravoso per le compagnie aeree.