L’istanza di fallimento avanzata dalla Procura della Repubblica complica ogni progetto di rilancio e di salvataggio della società. Anche perché lo scalo continua ad essere commissariato da Enac e, di fatto, è sottratto alla gestione Sogas che si ritrova senza uno scalo da gestire e con la spada di damocle dell’istanza di fallimento.

In poco più di un anno, insomma, la Procura della Repubblica di Reggio si segnala per aver presentato un’istanza di fallimento. La precedente ha riguardato l’Atam, azienda che gestisce il trasporto pubblico urbano, e che solo da poco ha sventato lo scenario della chiusura e ha ripreso le attività. In quel caso però non c’era stato nessun commissariamento e l’attività di trasporto è proseguita per tutto il tempo necessario a completare la procedura.


In questo caso, oltre alle importanti passività accumulate negli anni dalla società di gestione dello scalo, si deve far fronte alla decadenza decretata da Enac, contro la quale è pendente un ricorso al Tar da parte della stessa Sogas. Proprio negli scorsi giorni i legali della Provincia avevano rinunciato alla sospensiva in attesa dell’udienza di luglio. Tra gli altri fattori che avevano portato alla scelta la rateizzazione concessa dalla Regione. Proprio il giorno prima rispetto alla decisione dei legali della Provincia, il dirigente generale del dipartimento Infrastrutture - Lavori Pubblici - Mobilità della Regione Calabria, Domenico Pallaria, con proprio decreto aveva approvato il Piano di rateizzazione del credito extratributario di euro 1.306.843,24 vantato dalla Regione nei confronti di Sogas spa. Il che avrebbe dovuto dare nuovo ossigeno alla società di gestione dello scalo.


Poi il nuovo fulmine a cielo non certo sereno. A complicare ulteriormente la situazione è arrivata, infatti, anche una recente pronuncia del Tribunale di Reggio Calabria, che ha fatto tramontare il sogno del cda di mettere a breve qualcosa in cassa.
I giudici hanno infatti revocato due decreti ingiuntivi per 194.480 euro e 429.740,73 intentati contro la provincia di Messina, dichiarando competente il Tribunale delle Imprese di Catanzaro. E mentre sull'altra sponda dello Stretto la provincia annuncia di aver già definito da tempo l'iter per la cessione delle proprie quote di partecipazione azionaria si fa sempre piu' complicata la situazione dello scalo reggino. Per volere dell'Enac in gestione commissariale fino alla pubblicazione di un nuovo bando per la concessione, adesso attende che una nuova società lo risollevi dalle attuali secche.


Il presidente della Provincia Giuseppe Raffa è nuovamente intervenuto sulla delicata fase che attraversa il Tito Minniti, rivolgendo un appello a tutti i soci per tentare di scongiurare il fallimento.


“L'istanza di fallimento avanzata dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Reggio Calabria nei confronti di Sogas Spa era prevedibile dopo l'avvio della procedura di revoca della concessione alla società da parte di Enac. Dunque non siamo sorpresi. La fattispecie è analoga a quella di molte vicende che si sono registrate nel nostro territorio, recentemente anche per l'Atam – dice Raffa - Non entriamo nel merito del lavoro dei magistrati che rispettiamo pienamente, ma siamo convinti che l'esito del giudizio amministrativo al Tar, sulla revoca della concessione, possa essere determinante per le valutazioni della Procura. E' scontato che, senza un aeroporto da gestire, Sogas vada incontro al fallimento che però potrebbe essere scongiurato qualora tutti i soci versassero le quote e le altre somme a ogni titolo dovute alla società, così come la Provincia fa ininterrottamente da anni. La nostra Amministrazione si è fatta carico di ripianare per conto di altri enti le ingenti perdite, di cui gli amministratori che si sono susseguiti nel tempo alla guida della Sogas si dovranno assumere le responsabilità davanti alla legge. In questo momento – termina il Presidente della Provincia - è necessario da parte di tutti un impegno di responsabilità politica e istituzionale per salvaguardare la Sogas ed evitare le pesanti ricadute che un fallimento provocherebbe sotto ogni profilo, a cominciare da quello occupazionale”.

 

Riccardo Tripepi