VIDEO | Il piano di ripresa e resilienza è stato al centro di un dibattito organizzato dalla Banca centro Calabria. A confronto gli industriali e le organizzazioni di categoria. Il direttore della Banca d'Italia: «Creare una sinergia tra pubblico e privato»
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«Stavamo vivendo una fase di ripresa piuttosto importante in cui partecipava attivamente anche il Mezzogiorno. Noi avevamo stimato una crescita di quasi il 4% per il 2022, purtroppo questo si è interrotto per effetto della guerra in Ucraina». Lo ha detto il direttore di Svimez Luca Bianchi all'iniziativa organizzata dalla Banca Centro Calabria dal titolo "Sud, Calabria, Pnrr. Prospettive di ripresa post pandemia.
«La spirale inflazionistica che si è determinata rischia di impattare - ha continuato Bianchi - soprattutto sulle fasce economiche più deboli e pure sui territori più deboli». All'orizzonte si profila lo strumento del Pnrr, utile a favorire una ripresa economica ma soprattutto ad abbattere quei divari che zavorrano i territori del sud Italia. «L'obiettivo del 40% di risorse al sud è molto difficile da realizzare se non si introducono dei correttivi immediati. In primo luogo troppe risorse del Pnrr vengono distribuite con bandi competitivi tra amministrazioni locali. Questo vuol dire che le amministrazioni più deboli soprattutto del mezzogiorno ma anche quelli a rischio dissesto finanziario, dove non ci sono le professionalità adeguate per partecipare a questo ciclo di investimenti».
«Occorronno subito dei correttivi che rendano effettiva e cogente la quota del 40%. L'altro aspetto riguarda le imprese perché noi abbiamo visto che soprattutto sui fondi del ministero dello Sviluppo economico e del turismo, due comparti fondamentali per la Calabria, la quota destinata a questa regione è di poco superiore al 20%. Sono tutti strumenti a domanda che dipendono dalla quota di imprese che ci sono. In questo caso non ci sono delle quote effettive per le imprese del sud».
All'iniziativa ha partecipato anche il direttore della Banca d'Italia, Sergio Magarelli: «La ripartenza, la ripresa di questa regione può essere organizzata adesso ma la condizione necessaria è quella di creare una sinergia tra pubblico e privato, tra Stato ed economia: un giardino fertile e pulito in cui le iniziative economiche, le comunità operaose possono vivere e prosperare e creare quelle occasioni produttive di cui questa regione ha necessariamente bisogno. I divari del sud con il resto del Paese e in particolare della Calabria sono assolutamente ingiusti e inaccettabili. Parafrasando le parole del presidente del Consiglio Mario Draghi, la questione meridionale c'è e la soluzione è imprescindibile per lo sviluppo di questo Paese»
Ad esprimere ulteriori perplessità sulle opportunità aperte dal Pnrr anche il presidente di Unindustria Calabria, Aldo Ferrara: «Sul Pnrr in questo momento gravano due grandi incognite: una regionale e una nazionale. Quella regionale riguarda la capacità dell'amministrazione pubblica di poter mettere a terra queste risorse. Sappiamo che in questo momento ci sono tre strumenti che gli enti locali possono utilizzare per le misure territorializzate che cubano 3 miliardi e 700 milioni. Ci auguriamo che possano essere realmente efficaci.
Assieme a questa incognita ce n'è un'altra di derivazione nazionale anche se le cause sono internazionali. In questo momento che c'è una lievitazione senza precedenti dei costi delle materie prime, soprattutto per realizzare le infrastrutture: ferro, acciaio, alluminio. C'è necessità di avere una revisione dei prezzi, c'è la necessità di intervenire con le varianti in corso d'opera e c'è necessità di rivedere evidentemente anche i tempi per le opere ancora da appaltare, altrimenti una buona parte di queste rischia di non essere appaltata».