Dati e statistiche del “Corriere Vinicolo”, autorevole organo d'informazione di Uiv, delineano un quadro tutt'altro che positivo a fronte delle tante energie mobilitate nel settore
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La Calabria fa tanto rumore sul vino (alcuni moltissimo e con perseverante interesse!), ma ne produce davvero poco rispetto al quadro nazionale e meridionale. Lo attesta il report annuale del “Corriere Vinicolo”, autorevole organo d'informazione dell'Unione Italiana Vini, associazione che monitora, tra l'altro, il ciclo economico del settore contando su oltre 700 aziende iscritte e più di 150mila viticoltori. Nella prima pagina del numero speciale dedicato alla tredicesima edizione dell'annuario statistico si legge che le cifre e le tabelle sono state redatte in collaborazione con l'Osservatorio del Vino e con l'Associazione Italiana Sommelier.
Quanto vino produce la Calabria ogni anno e di che tipologia? Analizzando i dati ufficiali proposti da Uiv, appare subito evidente una sostanziale sfasatura tra la realtà disegnata dai numeri e la grande mobilitazione di energie anche finanziarie, di attività promozionali, di cosiddetti eventi, di produzione di comunicati stampa che caratterizza il mondo del vino calabrese. Ovviamente si tenta di fare il possibile, ottenendo anche dei risultati tangibili, ma ogni tanto occorrerebbe fare il punto in modo chiaro e guardando in faccia l'esistente. Procediamo per ordine ricordando che le dimensioni quantitative costituiscono sempre un riferimento imprescindibile per la definizione di politiche di settore, o per analisi di tipo economico e produttivo, ancor più se finalizzate allo stanziamento e alla spesa di fondi pubblici.
Nel 2021 l'Italia ha prodotto poco oltre 50 milioni di ettolitri di vino (esattamente 50.231.566) relativi ad ogni possibile comparto di commercializzazione: Dop, Igp, varietale e cosiddetto da tavola (vini, questi ultimi, nati da uve autorizzate, ma senza l'obbligo di uniformarsi a particolari disciplinari di produzione come nel caso delle denominazioni di origine). Che cosa ha rappresentato la Calabria rispetto al volume nazionale? Appena lo 0,23%, pari a 117mila ettolitri. Meno della Calabria hanno prodotto soltanto la Valle d'Aosta (14mila ettolitri), notoriamente regione alpina, la strettissima Liguria (41mila) che non è certo una regione vitivinicola, e la piccola Basilicata (86mila). Abissale il distacco dalle principali regioni del Sud: Puglia (10,4 milioni di ettolitri), Sicilia (4,6 milioni), Abruzzo (3,3 mln), Campania (673mila). Avete letto bene? Traduciamo in soldoni: la Calabria con i suoi 117mila ettolitri tra bianchi, rossi e rosati ha prodotto 88 volte in meno della Puglia, 39 volte in meno della Sicilia, 29 volte dell'Abruzzo, e quasi 6 volte della Campania. Si tenga presente che questi dati emergono, precisa il “Corriere Vinicolo”, dalle ufficiali “Dichiarazioni Agea”.
Con uno sguardo agli anni precedenti, tranne il calo del 2020 investito dal Covid, la produzione vinicola dell'antico Bruzio, che può vantare nel mondo la stagione enotria e quella magnogreca, non è stata molto diversa negli anni 2017 (109mila ettolitri), 2018 (116mila), 2019 (110mila). Scostamenti minimi e che quindi non inficiano il ragionamento generale.
Nel Nord Italia la regione che nel 2021 ha generato più vino è la locomotiva Veneto (11,8 milioni di ettolitri). Seguono l'Emilia Romagna (7,12 milioni di ettolitri), il Piemonte (2,77 mln), la Toscana (2,04 mln). Eccolo ancora, dopo quanto già emerso nell'inchiesta di LaCNews24 sulla drammaticità dei dati macroeconomici che relegano la Calabria in coda al Belpaese, l'enorme divario con l'Italia tutta e anche con il solo Mezzogiorno. I conti tornano sempre: è la politica politicante che non vuole o non riesce a leggerli!
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Passiamo ora alle tipologie di vino e vedrete che resterete ancora più sorpresi. La Calabria nelle “dichiarazioni di produzione” che, ripetiamolo, sono dati formalmente rilevanti, per quanto concerne le sole Dop ha prodotto meno di 50mila ettolitri, a fronte dei 22,75 milioni di tutto lo Stivale isole comprese. La percentuale che se ne ricava è modestissima: quasi lo 0,22%, a fronte del 7,1% della Sicilia, del 5,66% dell'Abruzzo, del 10,26 del Piemonte, del 40,34% del Veneto. Se invece passiamo ai vini Igp, la percentuale della Calabria rispetto al totale di 13,11 milioni di ettolitri garantito dall'Italia passa a un sempre risicato 0,4%.
Le tabelle riassuntive di Uiv, però, ci consentono di estrapolare alcune cifre ancora più interessanti e significative. Sul quantitativo complessivo della produzione di vino in Calabria nel 2021, che come abbiamo ricordato è stata di 117mila ettolitri, quella Dop ha rappresentato il 42,6%, mentre quella Igp il 45%. Come dire: il vino che ha nel proprio “dna” la storia degli Enotri e dei colonizzatori greci, punta ancora molto sugli Igp che in genere hanno meno valore di mercato rispetto ai Dop. Cosa accade invece in Piemonte? In casa sabauda oltre l'84% del vino prodotto è della tipologia Dop, mentre l'Igp scende a un bassissimo 1,16%. Non ci vuole un esperto di bottiglie di rossi o di bollicine per comprendere come il Piemonte, dove peraltro sono assai diffuse e premiate anche le Docg, da tempo si è puntato in modo decisivo sulla qualità massima certificata. Per chi non si fosse aggiornato ricordiamo che fino a poco tempo fa i vini con certificazione di qualità erano, in ordine di importanza, Docg, Doc e Igp. Di recente l'Unione Europea ha imposto solo due marchi: Dop (con all'interno le vecchie Docg e Doc) e Igp. La stessa visione strategica del Piemonte hanno avuto la Provincia autonoma di Bolzano e il Trentino con, rispettivamente, il 92,17% di Dop e l'83,8. Non si trascuri in questa considerazione il Veneto, che da solo rappresenta il 23,4% (poco meno di un quarto!) della produzione vinicola italiana, dove la percentuale di vino Dop è pari al 78,11%. Le regioni che ancora producono molto vino Igp sono la Puglia, a Sud, con 3,85 milioni di ettolitri (il 37,1% del suo totale), e l'Emilia Romagna a Nord, con 2,35 milioni di ettolitri (il 33%). Questo fenomeno ci riserviamo di approfondirlo con rappresentanti istituzionali e associazioni di categoria, anche per comprendere bene quali siano le politiche in atto e le prospettive.
Concludiamo questa prima parte dell'articolo ribadendo che la Calabria nel 2021 ha dato vita ad appena lo 0,23% della produzione nazionale di vino e allo 0,22% di quella Dop. Possiamo pertanto passare ad altri dati fondamentali, anzi di straordinaria rilevanza, riguardanti la produzione Dop imbottigliata per regione, rispetto ai quali il “Corriere Vinicolo” richiama come fonte Ismea/Qualivita. Nel 2021 l'Italia tutta ha imbottigliato 18,19 milioni di ettolitri di vino Dop, con una consistente crescita di oltre 1,5 milioni rispetto al 2020. A quanto ammonta il valore relativo alla Calabria? A 31.715 ettolitri, in leggera controtendenza rispetto a un 2020 che aveva segnato quota 32.224. In buona sostanza la Calabria ha imbottigliato lo 0,17% dei vini Dop del Belpaese per un valore di poco oltre 13 milioni di euro. Ora immaginiamo che tutto il vino Dop calabrese imbottigliato abbia impiegato le classiche bottiglie da 0,75 litri, sebbene in realtà siano sicuramente stati utilizzati anche contenitori più piccoli o più grandi. Ma affidiamoci a questa astrazione per contare le bottiglie da 0,75 litri che in teoria tutte le cantine calabresi avrebbero potuto riempire di vino Dop nel 2021: 4 milioni e 229mila. Da intellettuale, saggista e giornalista con radici enotrie giro in lungo e in largo la Calabria e mi sussurrano che una o al massimo 4-5 cantine danno vita da sole alla buona parte di queste bottiglie Dop. Sul resto ragionateci da soli e, ripeto, apriremo un confronto serrato con istituzioni e associazioni di categoria. Per capire, per informare seriamente, per offrire un contributo qualificato e non inutilmente propagandistico della comunicazione integrata.
Volete sapere quanti ettolitri di vino Dop ha imbottigliato il Veneto rispetto ai 32mila scarsi della Calabria? Reggetevi forte: 7,51 milioni, cioè 237 volte; il Piemonte 2 milioni di ettolitri, il Friuli 1,74 milioni, la Toscana 1,4 milioni, il Trentino e l'Abruzzo oltre 900mila ciascuno, la Sicilia 845mila, la Puglia 338mila, la Sardegna 224mila. Distanze siderali che però ci fanno capire in concreto che cosa significa sottolineare il ritardo economico della Calabria rispetto al resto d'Italia e allo stesso Sud.
Un'ultima notazione dedichiamo alla tabella Uiv (fonte Ismea/Qualivita) relativa alle prime venti Dop per volume imbottigliato in Italia. Ce ne sono solo tre meridionali: al quinto posto la Doc Montepulciano d'Abruzzo con il 4,2%, al sesto posto la Doc Sicilia con una quota del 4,0%, al 14mo la Doc Primitivo di Manduria con l'1,3%. La parte del leone la fa il Prosecco Doc, con una quota del 25,9%, seguito dal 10,1% della Doc delle Venezie, dal 4,3% della Docg Conegliano Valdobbiadene, dal 4,2% della Docg Asti. Nella prestigiosa classifica, ovviamente, anche la Docg Chianti (3,9%), la Docg Chianti Classico (1,5%), la Docg Franciacorta (0,9%), la Docg Barbera d'Asti (0,8%).
Si faccia un attimo un salto indietro richiamando il secondo articolo dell'inchiesta di LaC News24 sull'export, nella quale abbiamo fatto presente come la Calabria esporta solo lo 0,1% del Made in Italy. Capite come tutto torna e che i numeri e le statistiche hanno sempre un senso? Sul vino avremo ancora tanto da dire facendo riferimento al ruolo avuto negli anni da istituzioni e politica, dalle associazioni di categoria e professionali, dai consorzi, dalle attività di promozione nel mondo e in Italia. Per capire e ragionare a voce alta!