La Calabria nel 2023 ha esportato lo 0,14% del totale Italia: 866 milioni di euro contro 626,2 miliardi. Solo la piccolissima Valle d’Aosta, che conta una popolazione di appena 126mila abitanti contro 1 milione e 846mila dell’antico Bruzio, ha esportato di meno con 755 milioni di euro in valore.

La Calabria, pertanto, nella classifica nazionale dell'export per regioni compilata dall’Istat risulta penultima, dietro anche al Molise (1,23 miliardi di euro). La sola provincia autonoma di Trento, tanto per proporre uno degli esempi possibili, con un terzo dei residenti, ha esportato oltre sei volte il dato calabrese: 5,32 miliardi.

Qualche segnale positivo si intravede, in quanto tra il 2023 e il 2022 la Calabria ha segnato un +21,0%. Sarebbe scorretto, però, proprio dal punto di vista economico-statistico, non collegare questo pur consistente incremento percentualmente al valore assoluto che, ripetiamolo, corrisponde allo 0,14% del Made in Italy che, l'anno scorso, ha raggiunto tutti i Paesi fuori confine. Né si può sottovalutare che anche in riferimento al Sud la Calabria esporta davvero molto poco: 866 milioni di euro, già ricordati, contro 47,45 miliardi, cioè appena l’1,82%. Trainano l’export del Mezzogiorno, infatti, la Campania con 22,15 miliardi e la Puglia con 10,16 miliardi. Anche le Isole sono molto più avanti: la Sicilia si è attestata a 13,57 miliardi e la Sardegna a 6,8, cioè quasi otto volte il dato calabrese.

Guida le esportazioni italiane la Lombardia, con 163,15 miliardi, pari al 26,05% del Made in Italy apprezzato all’estero. A seguire l’Emilia Romagna con 85,08 miliardi e il Veneto con 81,90. La macro regione del Nord-Ovest (Piemonte, Valle d’Aosta, Liguria, Lombardia) ha battuto di gran lunga il Nord-Est (Trentino, Veneto, Friuli Venezia Giulia, Emilia Romagna): 239,40 miliardi contro 198,35. Il Centro (Toscana, Umbria, Marche, Lazio) si è attestato su 111,54 miliardi.

«Nel 2023, rispetto all’anno precedente, l’export nazionale in valore - ha osservato l’Istat - risulta stazionario ed è sintesi di dinamiche territoriali molto differenziate: l’aumento delle esportazioni è marcato per il Sud (+16,8%) e più contenuto per il Nord-ovest (+2,7%), mentre si registra una flessione per il Nord-est (-1,0%) e il Centro (-3,4%) e una netta contrazione per le Isole (-21,0%)».

«Nell’intero anno, i contributi positivi maggiori all’export nazionale derivano - ha aggiunto l’Istat nel proprio report - dall’aumento delle vendite delle Marche verso la Cina (+390,8%), della Campania verso Svizzera (+99,6%) e Stati Uniti (+53,4%), della Toscana verso gli Stati Uniti (+24,1%) e del Piemonte verso Francia (+15,2%), Germania (+9,3%) e paesi OPEC (+39,4%); quelli negativi più ampi dalle minori esportazioni della Toscana verso la Svizzera (-38,0%), delle Marche verso Belgio (-64,0%), Germania (-39,0%) e Stati Uniti (-33,2%), della Lombardia verso la Germania (-8,4%) e del Lazio verso il Belgio (-23,4%)».

Una piccola curiosità, infine, sulle province del Belpaese che hanno contribuito maggiormente nel 2023 a sostenere le vendite sui mercati esteri: Napoli, Torino, Siena e Milano. Al contrario le province che hanno determinato maggiore contrazione dell’export sono state: Siracusa, Ascoli Piceno, Cagliari e Roma.