Sono stati necessari due morti e diversi feriti affinché la politica calabrese si accorgesse che nei cassetti di Rfi giacciono circa 500 milioni per l’elettrificazione della linea ferroviaria jonica calabrese. Un progetto voluto dall’allora amministrazione Oliverio che ha dirottato a Rfi un pezzo dei fondi Por allo scopo.

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I lavori, che erano partiti spediti sulla base di un cronoprogramma rigoroso, si sono improvvisamente fermati nel 2019. Non si sa bene per colpa di chi. Rfi sostiene che gran parte delle responsabilità sono da imputare ai sindaci che hanno molto traccheggiato sui progetti relativi all’eliminazione dei passaggi a livello. Fra questi anche quello di Thurio dove si è consumata la tragedia ferroviaria di qualche giorno fa.

Il programma prevedeva, infatti, l’eliminazione di queste infrastrutture per creare dei sottopassi. Il progetto non è certamente semplice, soprattutto nelle zone ad alta urbanizzazione. Però si è effettivamente perso un mare di tempo. L’ex assessore regionale ai Trasporti, Roberto Musmanno, dice invece che la colpa è anche della Regione perché in questi quattro anni non ha monitorato l’andamento dei lavori, non ha incalzato né i sindaci né Rfi. Il risultato è il solito: soldi fermi da quattro anni e trasporti fotografati in maniera impietosa nel rapporto “Pendolaria” di Legambiente.

Tornando alle responsabilità, pensiamo che siano vere entrambe le cose, così come pensiamo che c’è stata una certa sciatteria da parte della politica che in questi anni non si è occupata di un tema che risulta decisivo per la Calabria. Bisogna ricordare infatti che il nuovo tracciato dell’alta velocità con ogni probabilità seguirà la dorsale tirrenica, tagliando fuori la SIbaritide. Rfi ritiene che ciò sia possibile se si potenzia la linea ferroviaria jonica che sarà poi collegata con una bretella all’alta velocità. Si tratta quindi di un progetto complessivo del trasporto su ferro che meritava ben altra attenzione.

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Solo adesso invece si torna a parlare del progetto sia pure con una certa timidezza. Il capogruppo del Pd, Mimmo Bevacqua, ha annunciato di voler chiedere l’inserimento di un ordine del giorno ad hoc nella prossima seduta del Consiglio regionale. In particolare vorrebbe un’informativa dell’assessore regionale Emma Staine sulla situazione dei trasporti calabresi. Bevacqua, che all’epoca dell’amministrazione Oliverio era presidente della commissione Trasporti, dice che «Il grave episodio avvenuto sulla tratta ferroviaria di Corigliano-Rossano ripropone con urgenza il tema della sicurezza della rete ferroviaria calabrese che continua a versare in condizioni non adeguate, nonostante l’ingente mole di finanziamenti che sono arrivati negli ultimi anni per il suo ammodernamento. È urgente dunque che l’assessore regionale ai Trasporti venga in Consiglio per riferire sullo stato dell’arte e per illustrare il cronoprogramma dei prossimi interventi».

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Non sappiamo se il Pd abbia formalizzato la richiesta, quello che sappiamo è che nell’ordine del giorno del consiglio regionale il punto non c’è. Sappiamo anche che il presidente del consiglio Mancuso ha mostrato qualche perplessità ad affrontare il tema in questo momento. Stessa cosa avrebbe manifestato Davide Tavernise, capogruppo del M5s. Altri membri della maggioranza, invece, non si sono detti contrari a priori, ma oltre l’informativa dell’assessore chiedono anche che sul punto ci sia un dibattito in aula. Fuori dall’ufficialità, difatti, fanno maliziosamente notare che gli ultimi tre ministri dei Trasporti sono stati Del Rio, Toninelli e De Micheli ovvero due del Pd e uno del M5s. Come dire chi è senza peccato scagli la prima pietra.

Impossibile o quasi, quindi, che il punto venga affrontato nel prossimo consiglio. Il Pd potrebbe presentare un’ordine del giorno, ma in quel caso servirebbero i due terzi dell’aula per arrivare allo scopo. Comunque anche se dovesse passare l’ordine del giorno di certo l’assessore Staine non può improvvisare una informativa. Insomma per il momento non se ne parlerà in aula. Ma il tema ha grande rilevanza e i calabresi, soprattutto i residenti della zona jonica, meritano di sapere come stanno le cose e se e quando riusciranno ad avere un sistema di trasporti degno di un paese civile.