Tutti gli articoli di Economia e lavoro
PHOTO
E' iniziato questa mattina lo sciopero ad oltranza delle maestranze del cementificio di Castrovillari. La decisione è stata presa nel corso della riunione dei lavoratori tenutasi per discutere della proposta avanzata dalla Italcementi durante l'incontro romano di mercoledi scorso. La proposta dell'azienda prevede che il sito industriale sia trasformato in un centro di macinazione, passando così dagli ottanta lavoratori attuali a soli venticinque. Un ulteriore incontro al Ministero è previsto il 3 dicembre prossimo, intanto i lavoratori continueranno lo sciopero ad oltranza.
“Per noi – hanno detto le maestranze – la proposta Italcementi è inaccettabile. Con la trasformazione in centro di macinazione si passerebbe dalle attuali 80 maestranze a sole 25. La Calabria non può e non deve perdere nessun posto di lavoro. Lotteremo con tutte le nostre forze e lanciamo un appello alle Istituzioni, al governo regionale e alla deputazione calabrese di sostenere questa battaglia di civiltà e di lavoro”. La richiesta dei lavoratori è quella di avere il riconoscimento, anche dal prossimo primo febbraio, della cassa integrazione senza che Italcementi proceda a qualsivoglia trasformazione dello stabilimento.
Il segretario generale comprensoriale Fillea Cgil, Antonio Di Franco ha dichiarato: "Si deve percorrere la strada della cassa integrazione senza per il momento intervenire sulla trasformazione dell’opificio. Bisogna puntare con tutte le forze, soprattutto con quella parlamentare, affinché l’articolo 42 del Jobs Act possa essere applicato anche per i lavoratori Italcementi. Ciò è fondamentale altrimenti sarebbe il Sud, Castrovillari e Salerno, che direbbero addio per sempre a due fabbriche"
Dello stesso parere anche il presidente del Parco Nazionale del Pollino, Mimmo Pappaterra: “La soluzione indicata da Italcementi è inaccettabile e offensiva verso i lavoratori e verso un territorio che sin dall’insediamento aveva avuto un comportamento di generosità e inclusività. Accontentare apparentemente i lavoratori con la cassa integrazione è inaccettabile nel mentre in parallelo si va profilando la chiusura dello stabilimento destinandolo alla sola attività di macinazione. E’ giunto il momento che la Calabria e il territorio del Pollino si mobilitino con forza e mettano in campo ogni iniziativa atta a scongiurare la chiusura di uno dei pochissimi punti industriali ancora presenti nella nostra Regione”.