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Inizieranno lo sciopero della fame i lavoratori dello stabilimento Italcementi che, da venerdi scorso, hanno iniziato lo sciopero ad oltranza. La decisione di attuare una protesta estema è stata presa, nel pomeriggio di ieri, durante un'assemblea. I dipendenti si incateneranno ai cancelli dello stabilimento per tentare di scongiurare la trasformazione del sito in un centro di macinazione. Questa proposta è stata avanzata dai vertici Italcementi durante un vertice romano al Ministero. Se questa proposta dovesse andare in porto ci sarebbe una riduzione della manodopera dalle attuali 76 unità a 25.
"Chiediamo al Governo - dicono i lavoratori - che negli incontri programmati per il 2 e 3 dicembre ci sia concessa la cassa integrazione senza nessuna scelta industriale che pregiudichi le sorti dello stabilimento. E che, soprattutto, si rispetti il piano industriale del 2013. Noi difenderemo il nostro posto di lavoro e siamo pronti per questo a qualsiasi forma di lotta".
Anche il vescovo di Cassano allo Jonio, monsignor Francesco Savino, si è schierato a favore dei lavoratori e ha annunciato "Sarò al fianco dei lavoratori delle loro famiglie e dei loro figli. Sicuramente la Chiesa cassanese non li abbandonerà in questa dura battaglia di civiltà e di lavoro. Non è possibile che nei momenti di crisi a pagare siano sempre i più deboli quando nei periodi di prosperità i profitti sono stati appannaggio dei più forti". "La Calabria già vive una grande e drammatica disoccupazione - ha dichiarato il monsignore - se chiudesse anche questo stabilimento, sarebbe veramente una tragedia".