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Ma che questa potesse portare ad una tale agitazione negli animi da fare arrivare intimidazioni ai sindacalisti, forse, non era prevedibile. Eppure, nella lettera scritta dalla Cgil al ministero del Lavoro e dello Sviluppo Economico, alla Regione Calabria e ai sindaci di Lamezia e Rende, oltre che al comitato di sorveglianza dell’azienda, si parla di minacce e del incognita che in un « clima già particolarmente teso ci possa essere il rischio che qualcuno, esasperato dalla situazione, possa alla fine commettere atti deprecabili».
Il sindacato, dopo avere ripercorso, anche nei termini di legge, l’impossibilità di obbligare i lavoratori ad accettare il dimezzamento dell’orario di lavoro, ha spiegato nella missiva che a suo dire la vicenda sarebbe stata affrontata con «assoluta superficialità» già in sede di gara e che ci sarebbe stata «incapacità a gestire la procedura». E poi l’invito ai tre commissari straordinari a rivolgersi alla magistratura, qualora ritengano che ci siano state interferenze dai vertici nazionali sull’operato dei sindacati e la richiesta ai ministeri di convocare «un tavolo presieduto dal Governo al fine di garantire un corretto svolgimento delle procedure di legge e ristabilire un clima che scongiuri rischi per l’incolumità delle persone che rappresentano le organizzazioni sindacali»
Tiziana Bagnato