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E’ in corso in queste ore al Mise, il ministero per lo Sviluppo Economico, il tavolo di trattativa tra i commissari di Infocontact, le aziende acquirenti e le organizzazioni sindacali. Le società, che fino ad ora avevano esposto la loro proposta di acquisto solo alla terna commissariale, hanno esposto quale sarebbe la loro strategia di intervento. Per la Abramo Custumer Care, interessata ad acquistare il ramo di Lamezia, sarebbe indispensabile una riduzione dell’orario di lavoro del cinquanta per cento, in modo da non avere perdite ed uscire dagli ammortizzatori sociali.
Un dato che ha trovato contrari Cgil e Uil. In particolare, la Cgil avrebbe citato il comma5 dell’art. 47 legge 428/90 che non consentirebbe agli accordi sindacali la modifica peggiorativa delle ore contrattuali. Contraria anche la Uil, secondo cui è inammissibile che rimangano fuori dal perimetro occupazionale 69 dipendenti mentre 20 ore settimanali sarebbero troppo pregiudizievoli per i lavoratori.
Per Abramo, che si è detto disponibile ad un nuovo incontro il prossimo due marzo, il contratto part-time al 50 per cento servirebbe ad ottimizzare le dinamiche legate alle curve di traffico e agli standard di qualità, in considerazione anche del fatto che Infocontact avrebbe un alto sovra-staffaggio.
Simile la proposta di Comdata per il sito di Rende. Le ore lavorative passerebbero a venti settimanali per dribblare l’esubero di lavoratori e una pianta organica che non sarebbe allo stato attuale ottimizzata. A causa delle curve di traffico non sarebbe affatto possibile tenere in considerazione il full time.
di Tiziana Bagnato