La giunta di Palazzo dei Bruzi delibera l'acquisto degli arredi per la struttura destinata ad ospitare anche il Parco delle Scienze. Taglio del nastro in primavera
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Manca davvero poco al taglio del nastro per il Planetario di Cosenza. Primo in Italia per tecnologia, secondo dopo Milano per dimensioni, «questa grande opera di architettura contemporanea, come l'ha definita il sindaco Mario Occhiuto - si legge in una nota di Palazzo dei Bruzi - accoglie nel suo contesto il Parco delle Scienze che, con la sala di proiezione principale, completa il progetto, facendo del Planetario un centro culturale innovativo, luogo in cui produrre e condividere idee e conoscenze attraverso lo studio e l'osservazione del cielo».
Esperienza di conoscenza interattiva
«È davvero l'ultimo step - prosegue il comunicato - quello dell'allestimento del Parco delle scienze, approvato dalla giunta comunale, che ha un forte valore emozionale oltre che esplicativo e didattico. È la multimedialità ad offrire al visitatore un'esperienza completa che arricchisce l'osservazione della volta celeste che avviene nella sala interna, cuore dell'opera, di ulteriori elementi capaci di catturare l'attenzione in modi differenti. Nel Parco delle Scienze, che occupa il volume esterno alla cupola racchiuso nel cubo finestrato, dominano tre satelliti, posti agli angoli dell'edificio, nei quali entrare per un'esperienza di conoscenza immersiva, emozionale ed interattiva».
L'intera area rigenerata e sottratta al degrado
«A corredo dei satelliti, una parete-monitor per scoprire nuovi e più dettagliati particolari del mondo celeste dei quali il visitatore non fruirà in maniera passiva, potendo anche qui interagire con i contenuti. Dall'esterno l'impatto immediato e fortemente caratterizzante dell'ambiente spaziale sarà reso dall'applicazione di vetrofanie ed elementi grafici sulle vetrate del prospetto principale dell'edificio. L'opera planetario-parco delle scienze, con il Ponte di Calatrava (e le piazze laterali che sorgeranno) e il futuro parco fluviale con la navigabilità dei fiumi, rappresentano un forte intervento di rigenerazione urbana, non soltanto ambientale ma culturale e sociale, dell'area di Gergeri, che da periferia diventa di fatto nuova porta della città.