VIDEO | L'iniziativa è stata organizzata dalla Fai,Flai e Uila regionali. Tutti i sindacati sono scesi a piazza Italia, dinannzi la sede della Prefettura, per chiedere l'immediato sgombero della baraccopoli e l'istallazione di moduli abitativi che garantiscano la giusta dignità ai tanti cittadini extracomunitari della Piana
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Hanno ricordato Becky Moses, Sumaila Sako, Suruwa Jaiteh e Moussa Ba, i quattro giovani morti nell’ultimo anno alla baraccopoli di San Ferdinando, i tantissimi migranti giunti stamani a Reggio Calabria per manifestare dinnanzi la sede della Prefettura. Vogliono andar via da quel ghetto che da oltre un anno semina morte e povertà e soprattutto vogliono un lavoro legale e la loro dignità. «Noi non siamo qua per delinquere- ci dive un ragazzo arrivato dalla Puglia per protestare accanto i suoi “fratelli” della Piana. Noi lavoriamo nei campi, ma non abbiamo diritti. Non è giusto questo, non si può più andare avanti così e morire ogni giorno».
La manifestazione “Fuori dal ghetto. Insieme per dare più dignità al lavoro agricolo” è stata organizzata da Fai,Flai e Uila regionali. «Basta alle vite tristemente spezzate come accaduto in quel villaggio infernale di San Ferdinando, in cui centinaia di altri migranti, per lo più lavoratori agricoli sfruttati e sottopagati senza una dignitosa dimora, sono costretti a vivere in condizioni disumane. Basta alle baraccopoli su tutto il territorio calabrese», gridano all’unisono i rappresentanti sindacali. Tutte le sigle infatti, sindacali chiedono al Prefetto Michele Di Bari e alle forze dell’ordine l’immediato sgombero della baraccopoli e contestualmente l’istallazione di moduli abitativi dotati di impianti igienici e di riscaldamento perché non si può più morire morire tra l’indifferenza. «Noi non vogliamo una deportazione- afferma alla nostra testata Rocco Borgese, segretario Flai Cgil di Gioia Tauro, contestualmente allo smantellamento della baraccopoli occorre garantire condizioni di accoglienza dignitose per i lavoratori agricoli extracomunitari collocando al più presto i migranti al sicuro e fuori dai ghetti». Ma queste non sono le uniche richieste dei sindacati alle Autorità e agli enti locali. Manca ancora l’avvio di una “cabina di regia” regionale per il lavoro agricolo di qualità, la piena applicazione della Legge 199, contro il caporalato e lo sfruttamento e poi, l’inizio una nuova fase di reale accoglienza ed integrazione. Piazza Italia oggi quindi si è tinta di bianco, verde e rosso- i colori sindacali- nella speranza che il rosso del sangue non scorra più tra le lamiere e il fango dell’inferno sanferdinandese.