Presentato questa mattina il Rendiconto sociale dell’Inps. Gli over 65 rappresentano quasi il 24% della popolazione della regione che resta quella con il Pil pro capite più basso
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Tra il 2022 e il 2023 la Calabria ha perso 8.460 residenti. "Come se scomparisse l'intera popolazione del comune di Soverato". È quanto emerge dal Rendiconto sociale dell'Inps, illustrato questa mattina dal presidente del comitato regionale Domenico Zannino e da Giuseppe Greco, direttore Inps Calabria.
Calabria sempre più anziana
La Calabria è una regione sempre più anziana. In linea con la tendenza nazionale, si registra un saldo negativo tra nascite e decessi. I residenti con oltre 65 anni d'età rappresentano il 23,9% della popolazione complessiva, 1 su 4.
Pil pro capite più basso
Sebbene nel 2023 si sia registrato un incremento del Pil del 1,2%, secondo l'istituto, la Calabria resta la regione con il Pil pro capite più basso. Rispetto al 2022 si è ridotto il numero delle microimprese mentre sono aumentate lievemente le piccole e media. I commercianti, gli artigiani e gli agricoli sono le professioni che più perdono addetti. Il saldo tra assunzioni e cessazioni resta positivo nel 2023. Il tasso medio di occupazione è salito di un punto percentuale, così come quello di disoccupazione.
Per Inps è allarmante il dato Istat del tasso di disoccupazione per la classe di età 16/64 che passa dal 15% del 2022 al 16,2% del 2023 e per la classe d'età 15/29 passata dal 27,1% al 35,2% per gli uomini e dal 37,1% al 35% per le donne. Permangono forti scostamenti con la media nazionale nazionale. Sottolineato inoltre come nel settore privato vi siano retribuzioni/redditi medi settimanali più bassi della media nazionale.
Nella regione si è riscontrata una piccola diminuzione del numero dei beneficiari di ammortizzatori sociali per cessazione o sospensione del rapporto di lavoro. In incremento invece il numero di domande di Naspi accolte.
Contratti a termine
Per quel che riguarda il mercato del lavoro il direttore Inps Greco ha sottolineato come «i posti di lavoro crescono ma degli oltre 150mila nuovi contratti stipulati nel corso del 2023 quasi l'82% fanno riferimento a contratti a termine, stagionale e a tempo determinato. Questa tipologia di contratti non consente soprattutto ai giovani di progettare una permanenza nella nostra regione e proiettarsi verso il futuro».
Ciò chiaramente produce riflessi sul versante sociale. «È aumentato il numero delle Naspi accolte nel 2033 - ha aggiunto Greco - sicuramente questo è un indicatore della discontinuità dei rapporti di lavoro. In genere, questa regione accede più che nel resto del Paese agli ammortizzatori sociali anche se quelli legati alla sospensione o interruzione dei rapporti di lavoro sembrano essere in decremento nel corso dell'anno. Ma se facciamo riferimento all'incidenza sulla popolazione in correlazione a quella nazionale c'è un aumento di oltre mezzo punto rispetto alla media del Paese».
Pensioni più basse
In relazione alle prestazioni pensionistiche, secondo l'istituto fa riflettere il dato degli importi medi mensili delle pensioni: più bassi rispetto alla media nazionale. Per le donne gli importi sono ancora inferiori indice di «una maggiore discontinuità nelle carriere lavorative e soprattutto parità retributiva».
Infine, al 31 dicembre 2023 risultano erogate 178.767 prestazioni di invalidità civile. Nel 2023 sono state liquidate 30.474 nuove prestazioni contro le 26.909 liquidate nel 2022. Un dato che per Inps «è purtroppo in crescita ed è preoccupante».
Le domande per accedere alle misure di sostegno al reddito - reddito e pensione di cittadinanza - sono state nel 2023 46.726, accolte per il 63%. «Il quadro fin qui descritto evidenzia una realtà regionale alquanto complessa e svantaggiata che grida la necessità di non più derogabili interventi massivi e strutturali a livello politico ed economico» – conclude l'istituto.