È in crescita il malcontento e l’insoddisfazione per la chiusura delle filiali bancarie nel nostro Paese. Lo conferma il rapporto Uilca sull’impatto della desertificazione bancaria sugli italiani nel 2024. È uno dei principali temi affrontati questa mattina a Falerna in occasione del consiglio regionale dell’organizzazione sindacale della Uil che riunisce i lavoratori che operano nel settore del credito, finanziario, delle concessionarie esattoriali e delle assicurazioni.

«La situazione in Italia è molto complicata perché le banche continuano questa chiusura di sportelli che rischia di lasciare territori senza i servizi bancari, soprattutto penalizzando le persone che hanno più difficoltà a spostarsi - ha spiegato il segretario generale di Uilca Fulvio Furlan -. Noi crediamo che serva un'inversione di tendenza importante perché la desertificazione bancaria incide su aspetti sociali, sulle economie dei territori, incide anche per certi aspetti sotto il profilo della legalità perché dove non ci sono presidi come le banche rischia che poi ci siano quegli spazi che vengono occupati da chi fa operazioni di riciclaggio, di usura».

Si è tenuto questa mattina a Falerna il consiglio regionale della UilCa, l’organizzazione sindacale che riunisce i lavoratori che operano nel settore del credito e delle assicurazioni. Tema centrale dell’incontro la desertificazione bancaria.

Se a livello nazionale il quadro complessivo è allarmante, preoccupano ancora di più i dati che emergono in Calabria con una sempre più evidente riduzione degli sportelli bancari che si accompagna ad una crescente difficoltà di accesso al credito.

«Rispetto alla media italiana in cui due terzi dei comuni non sono serviti da uno sportello bancario, in Calabria il problema è ancora più grave - sottolinea il segretario regionale di Uilca Calabria Andrea Sità - perché molti più comuni, oltre i due terzi, non sono serviti da banche. Questo crea un problema enorme ed è una sorta di paradosso perché nella nostra regione in realtà, se consideriamo i dati degli ultimi dieci anni, sono cresciute notevolmente le masse amministrate dalle banche. Nonostante questo le banche continuano a chiudere sportelli e continua a diminuire il numero dei dipendenti in banca. È evidente allora che occorre un intervento tanto da parte del legislatore quanto da parte del management del sistema bancario».

Da queste preoccupazioni è partita la battaglia della Uilca contro la desertificazione bancaria con la campagna Chiusura filiali? No, grazie.

«L’obiettivo che abbiamo, secondo noi, raggiunto era quello di intanto accendere un faro sul problema e poi far parlare le istituzioni fra loro di come poter risolvere la questione - ha sottolineato Furlan -. Abbiamo chiuso questa campagna al Cnel con un convegno e grazie all'interessamento del presidente Renato Brunetta è partito un tavolo con le diverse istituzioni a cui partecipano anche le organizzazioni sindacali, confederali e l’Abi, per trovare insieme delle soluzioni».

Sappiamo - ha concluso - che è una questione che le banche legano a questioni economiche. Però se c'è l'impegno di tutti ad affrontare il tema, probabilmente insieme si possono trovare i meccanismi per cui le banche si convincono che non devono guardare soltanto un aspetto di profitto, devono anche tenere conto del loro ruolo sociale e, magari, proprio le istituzioni possono favorire questo processo.