«Sono sicura che il 70% delle donne calabresi non ha deciso di rimanere a casa ma purtroppo non ha avuto accesso al mercato del lavoro». Quello femminile è un capitale umano in Calabria non adeguatamente valorizzato che potrebbe invece far crescere il pil e porterebbe di conseguenza anche un aumento demografico per la deputata Laura Boldrini, già presidente della Camera dei deputati, intervenuta in collegamento skype all’ultima giornata della rassegna sindacale sulle donne organizzata a Soverato dalla Cgil "Belle ciao, a fimmina m’appartena". Secondo i dati forniti dalla segretaria regionale della Cgil Caterina Vaiti, resta troppo basso in Calabria il tasso di occupazione femminile che nel 2018 si ferma al 35,4 % contro il 62, 7% delle regioni del centro nord.

Le richieste della Cgil

«In questi tre giorni abbiamo parlato con il mondo della cultura, dell’informazione, della politica e dell’associazionismo della condizione del lavoro femminile in Calabria ma anche della loro condizione nei luoghi della democrazia, nelle istituzioni - ha spiegato il segretario regionale Cgil Angelo Sposato -. Non a caso ci stiamo battendo per cercare di avere questa legge regionale che dia la doppia preferenza per la parità di genere considerando che abbiamo una politica regionale distratta con un consiglio regionale con una sola donna. Puntiamo inoltre al recupero di un gap rispetto alla carenza occupazionale chiedendo alla regione di attivare anche possibilità come i tirocini formativi o le borse lavoro che possano servire per aprire orizzonti nuovi che possano essere utilizzati anche dal privato per creare lavoro. Ma abbiamo parlato anche dei temi legati alla violenza sulle donne e abbiamo chiesto alla regione di finanziare la legge regionale contro la violenza di genere». Per Ivana Galli, della Cgil nazionale, non è da sottovalutare neanche il tema dei servizi che in Calabria non ci sono o sono carenti, legato a quello delle aree interne. «E’ stata presentata una piattaforma unitaria dove, oltre al taglio del cuneo fiscale, c’è anche il discorso legato proprio alle aree interne: se non si lavora su questo, regioni come la Calabria saranno sempre costrette a vedere i giovani e le giovani andare via».

Una legge per il lavoro femminile

Non solo i temi del lavoro dunque ma anche i diritti delle donne e le politiche di conciliazione al centro del documento redatto alla fine dei lavori dalla Cgil e consegnato alla Boldrini affinchè si faccia portavoce delle esigenze del mondo femminile calabrese con il governo. «Io, come ben sapete, ho lavorato per sei mesi ad una proposta di legge sull’occupazione e imprenditoria femminile. Sono stata in ascolto da nord a sud e ho cercato di tradurre in articoli e commi i bisogni e le esigenze delle donne. I punti sono un po’ quelli del documento di “Belle ciao” e mi auguro che adesso che la maggioranza è cambiata si riesca a portarla in aula e anche a farla approvare. Sarebbe un cambiamento di una certa consistenza».