Il riconoscimento a Stefania Mazzotta nell’ambito del premio “Amiche della terra, storie di donne che nutrono il mondo” che celebra l'impegno, la passione e la dedizione delle imprenditrici green
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Dallo yoga tra i campi di lavanda, all'agri gelateria che rivitalizza un piccolo borgo, passando dalla lana trasformata in abito alla fattoria sociale
che accoglie lavoratori stranieri fino ad arrivare all'eco-rotaia in vigna. Sono alcune delle iniziative premiate nella seconda edizione del premio “Amiche della terra, storie di donne che nutrono il mondo”. Presentato a Roma a palazzo Rospigliosi, il premio vuole essere una vetrina per le Donne Coldiretti che lo promuovono, per celebrare l'impegno, la passione e la dedizione delle imprenditrici green.Nella categoria Donne per il sociale c'è Stefania Mazzotta, imprenditrice calabrese che dal 2019 dedica il suo lavoro all'inclusione dei migranti, contrastando la piaga del caporalato a Francavilla Angitola, nella provincia di Vibo Valentia.
Nella categoria Donne e futuro spicca quella di Sara Manganone della Val D'Aosta, che ha riacceso la passione per il vigneto di famiglia abbandonato da decenni, creando la prima eco-rotaia al 100% sostenibile per raggiungere i ripidi terrazzamenti e coltivarli.
Altra grande sfida è quella della lombarda Doris Begnozzi che le è valsa il premio nella categoria Cambio vita. Da esperta di marketing ha aperto un'azienda agricola per creare una serra zen, luogo di rinascita e inclusione con laboratori sensoriali imparando a prendersi cura dell'ambiente.
Dalla Puglia, invece, Teresa Diomede per la categoria Donne e made in Italy nel mondo ha portato la sua uva sulle tavole internazionali, unendo la tradizione con una visione imprenditoriale che guarda al futuro, grazie alla sua squadra quasi tutta al femminile.
A essere premiato nella categoria Educazione alla Campagna Amica è il progetto di Flavia Sbrolli in Umbria, dove ha creato un percorso che guida i bambini alla scoperta delle erbe tintorie e della sostenibilità.
Tra le premiate nella categoria Creatività c'è Gloria Merli dell'Emilia-Romagna, che ha trasformato la sua passione per gli alpaca in un'attività: usa la lana per abiti e accessori artigianali.
Far praticare lo yoga tra la lavanda, invece, vale il premio nella categoria Agriwellness per Valentina Galesso del Veneto, che ha trasformato la sua tenuta in un rifugio di benessere.
L'agrigelateria a km0, il progetto della toscana Barbara Conti, che ha vinto nella categoria Agricoltura eroica nel piccolo borgo di 30 anime di Bergugliara, nella Valle di Zeri in alta Lunigiana.
Premio speciale, infine, a Chiara Luppi, cantautrice padovana scelta da Raffaella Carrà come finalista di The Voice, programma cult della Rai e nella top ten di 'Sanremo giovani' ora impegnata in musical internazionali. Con i suoi concerti ha sostenuto diversi progetti di aiuto al suo territorio come la riforestazione dei boschi veneti del Vaia: oggi assidua frequentatrice dei mercati di Campagna Amica come testimonial per la promozione dei 'prodotti gentili', il cui ricavato viene destinato alle associazioni che si occupano dell'inserimento nel mondo del lavoro delle donne vittime di violenza.
Chi è Stefania Mazzotta
La sua è una storia di amore. Imprenditrice agricola di 38 anni e mamma di 4 bambini, Stefania Mazzotta inizia nel 2019 a prendersi cura dei poveri, degli emarginati sociali, di tutti coloro che il mondo disconosce. Si occupa dell'accoglienza dei migranti a 360 gradi con l'obiettivo di donare loro strumenti di integrazione sociale, culturale ed economica attraverso il lavoro nei campi che favorisce l'interazione con la comunità locale e dia loro competenze che possono servire per il futuro.
La sua azienda è a Francavilla Angitola, un piccolo comune nella provincia di Vibo Valentia. «I migranti che arrivano da Stefania - è scritto in una nota -hanno affrontato viaggi disperati, a piedi, oppure nascosti nei barconi, sotto i camion, attraversando boschi e montagne pericolose, mari tempestosi, spesso di notte, per superare confini blindati; sono stati respinti una, due, dieci, anche venti volte, in modo spesso brutale e illegale. Sono quelli che tutti conosciamo come vittime del caporalato».
I primi ragazzi extracomunitari Stefania li ha accolti a casa sua, insieme alla sua famiglia; col tempo ha acquistato un lotto di terreno ed ha costruito proprio per loro una casa di legno dove ancora oggi vivono i due primi arrivati, Salvatore e Isacco. Ma per fare vera accoglienza e costruire nuove opere serviva un'attività vera e propria che la aiutasse a sostenere anche i costi. È nata così la sua azienda agricola che produce ortofrutta in cui dare ai migranti un ambiente sano e piacevole sia a livello lavorativo che personale. Ma la sua missione non finisce qui, con Salvatore e Isacco oggi ci sono altri sette giovani che svolgono l'attività agricola e tutti insieme condividono con la famiglia di Stefania gran parte del loro tempo. Dai loro racconti sulle difficoltà ma anche sul coraggio e la voglia di riscatto nasce in lei l'idea di fondare insieme a loro una Associazione di promozione sociale, grazie alla quale proprio i migranti, ospiti della sua azienda, sono diventati attori principali del suo progetto di agricoltura sociale.