Un'analisi attenta del Rapporto 2023 Ismea-Qualivita fornisce indicazioni molto utili per le istituzioni, la politica e le imprese di settore. Le bottiglie Dop e Igp della regione valgono 22 milioni. E il Sud è molto lontano dai colossi settentrionali
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Qual è il vino italiano più importante per valore alla produzione? Il Prosecco Dop. La zona in cui nasce questa notissima specialità di bollicine comprende l’intero territorio delle province di Gorizia, Pordenone, Trieste e Udine nella regione Friuli Venezia Giulia e Belluno, Padova, Treviso, Venezia e Vicenza nella regione Veneto. Nel 2022 il Prosecco Dop (valore alla produzione sfuso) ha superato 1,1 miliardi di euro (1.145 milioni per l'esattezza), pari al 10,13% del totale nazionale attestatosi a 11,33 miliardi. Il Prosecco Dop è un treno che viaggia veloce, battendo record su record: +29,1% rispetto al 2021. Ce lo racconta la XXI edizione del Rapporto Ismea-Qualivita sulle produzioni agroalimentari e vitivinicole italiane Dop, Igp e Stg, datato 2023 e relativo alla situazione dell'anno precedente. Il Rapporto fornisce tanti dati interessanti e che meritano un'analisi attenta. Si tenga inoltre presente che nella classifica nazionale dei vini che generano maggiore economia, al secondo posto figura il Conegliano Valdobbiadene Prosecco Dop, generato in un territorio molto più limitato, corrispondente a 15 comuni della sola provincia di Treviso, nella regione Veneto: 239 milioni di euro di valore e + 27,8% rispetto al 2021. Se sommiamo i due dati (Prosecco Doc e Conegliano), si ottiene una cifra che presto supererà il miliardo e mezzo di euro (1.384 milioni). Per comprendere l'imponenza del dato relativo al Prosecco Dop, basti ricordare che tutti i vini Dop della Calabria hanno avuto nel complesso un valore di 22 milioni, pur registrando un incremento del 9,6% rispetto al 2021.
I vini Dop e Igp italiani (si ricordi che queste denominazioni europee hanno soppiantato le vecchie Docg, Doc e Igt) certificati nel 2022 hanno raggiunto, come accennato, un valore di 11,33 miliardi, segnando un aumento del 4,6% rispetto al 2021. Nella graduatoria dei primi venti figurano soltanto quattro vini del Sud Italia: il Puglia Igp (102 milioni di euro di valore), il Sicilia Dop (71 mln), il Terre Siciliane Igp (66 mln), il Primitivo di Manduria Dop (66 mln). Per il resto solo giganti del Nord Italia. Alle spalle dei menzionati Prosecco Dop e Conegliano Valdobbiadene Prosecco Dop, in ordine di peso, il Rapporto Ismea-Qualivita infatti elenca: Delle Venezie Dop, Asti Dop, Amarone della Valpolicella Dop, Valpolicella Ripasso Dop, Chianti Dop, Alto Adige Dop, Barolo Dop, Chianti Classico Dop, Brunello di Montalcino Dop, Veneto Igp, Toscana Igp, Lugana Dop, Trentino Dop, Emilia Igp.
Facile dedurre che sul podio delle regioni vitivinicole italiane, valutando le etichette Dop e Igp, la medaglia d'oro viene assegnata, con netto distacco, al Veneto e ai suoi oltre 4 miliardi: 4.355 milioni che significano il 38,44% degli 11.334 misurati nell'intero Belpaese. Medaglia d'argento al Piemonte (1.362 mln), e di bronzo alla Toscana (1.224 mln). Fino al quinto posto si parla settentrionale, con Friuli Venezia Giulia al quarto (705 mln) e a seguire il Trentino Alto Adige (705 mln). Il Mezzogiorno, tranne le Isole, pesa 631 milioni con la Puglia, 249 con l'Abruzzo, 103 con la Campania. Poi si scende molto sotto i 50 milioni di euro: Calabria (22), Basilicata (15), Molise (6,5). Tutto il Sud, sommato assieme, vale in questa graduatoria di Ismea-Qualivita poco più di un miliardo: 1.026.5 milioni di euro, pari al 9,05% del dato nazionale. Ben 527 indicazioni geografiche italiane, di cui 409 vini Dop e 118 vini Igp, danno lavoro a 109.823 operatori della filiera e a 340mila occupati. Sono 128 i consorzi di tutela autorizzati e 12 gli organismi di controllo. Il vino italiano Dop costruisce una bella fetta dell'export agroalimentare italiano: 6,97 miliardi di euro nel 2022, con una significativa crescita dell'80% rispetto al 2012 (dieci anni prima). Ismea, studiando la bilancia commerciale italiana, ha ricordato come il 2022 abbia segnato un nuovo record per le esportazioni agroalimentari italiane che hanno sfiorato i 61 miliardi di euro, in crescita del 14,8% rispetto al 2021. Il solo vino Dop e Igp, pertanto, vale oltre il 10% dell'intero export agroalimentare del Belpaese, e copre l'89% dell'export vinicolo nazionale.
Dei 22 milioni di euro complessivi di valore economico dei vini Dop e Igp della Calabria, i primi garantiscono 15 milioni di euro (+12% sul 2021), e i secondi 7,4 milioni (+ 5%). Il raffronto con i colossi vitivinicoli di Veneto, Piemonte, Toscana, Friuli e Trentino ci dice che la Calabria sarà per tanto tempo, e forse per sempre, una regione vitivinicola piccola e di nicchia. Questa considerazione deve indurre a puntare non solo sulla qualità massima (positivo in tal senso il recente segnale della nascita del Cirò Docg), ma anche sulla capacità di raccontare in modo adeguato l'unicità storica, identitaria e culturale dei vini calabresi. Su questo fronte la comunicazione integrata professionale e dotata di mezzi adeguati può offrire, in collaborazione con le aziende e con le istituzioni che governano il settore, un contributo decisivo, mentre occorrerà accantonare iniziative evidentemente risultate poco efficaci e non in grado di smuovere verso l'alto i numeri che abbiamo appena descritto.