Gli atti della Regione, ora sospesi dal Tar, «avevano gettato il Corap, con all’attivo 94 dipendenti, nuovamente nel baratro della liquidazione con conseguente obbligo di vendita del suo patrimonio pubblico, licenziamenti e definitiva chiusura».

Renato Bellofiore, commissario straordinario del Consorzio regionale per lo sviluppo delle attività produttive, commenta con soddisfazione la decisione dei giudici amministrativi che - come rivelato in anticipo da LaC News24 – hanno sospeso gli atti emanati tra agosto e settembre con cui la giunta regionale, guidata da Nino Spirlì, aveva messo in liquidazione il Corap.

«Una messa in liquidazione inaspettata – continua Bellofiore - e in aperta contraddizione con quanto deciso solo qualche mese prima dalla stessa Regione che ne sosteneva l’importanza del rilancio. Oggi, più che mai, la nuova Regione dovrà mettere in conto che grazie a leggi di rango nazionale e regionale, le Asi - oggi Corap, - sono affidatarie, da oltre mezzo secolo, di funzioni pubbliche importantissime sul tema dell’attrazione degli investimenti, dello sviluppo economico di aree industriali e della depurazione ma anche in possesso di professionalità, cultura ed esperienze tali da poter essere proposte come uno dei volani dello sviluppo e della crescita sociale della Calabria».

Il commissario straordinario ha quindi rivendica la propria attività alla guida del consorzio, sottolineando: «Proprio nell’ottica di risanamento e rilancio, nei cinque mesi di mia amministrazione dopo la sentenza della Consulta, il Corap aveva provveduto a colmare i ritardi accumulati negli anni del commissariamento regionale durante i quali, spiace dirlo, si è pensato a tutto tranne che a compiere gli atti fondamentali per la vita dell’Ente ed a realizzare l’accorpamento delle cinque ex Asi.

Bellofiore ricorda che «il Corap si era dotato per la prima volta del proprio Statuto; aveva chiuso (in utile) i bilanci 2018, 2019 e 2020 con il parere favorevole del Revisore unico dei conti di nomina regionale; si era dotato di atti regolamentari essenziali, tra i quali giova ricordare il regolamento di organizzazione e funzionamento; aveva avviato una verifica del proprio patrimonio immobiliare (valutato in circa novanta milioni di euro) e dello stato del contenzioso legale; aveva predisposto un Piano industriale credibile e concreto in tempi strettissimi perché l’incarico di commissario straordinario esigeva l’urgenza di porre rimedio a quanto non era stato fatto negli anni dei precedenti governi».

Poi, la chiosa finale: «È giunto il tempo affinché la nuova Regione prenda coscienza della situazione reale, evitando che il pettegolezzo ed il chiacchiericcio assurgano a norme di legge, preservando i sevizi, le funzioni precipue ed i beni pubblici del Corap, importanti per lo sviluppo economico della Regione e fondamentali per la realizzazione delle Zes e per il Pnrr».