Arriva da Reggio Calabria il nuovo capo del Dap, il dipartimento per l’amministrazione penitenziaria. Si tratta dell’attuale procuratore generale Bernardo Petralia, magistrato esperto e sempre in prima linea nella lotta alla mafia. Toccherà a lui sostituire Francesco Basentini, dimessosi dopo le polemiche seguite alle scarcerazioni eccellenti a causa dei rischi connessi alla pandemia da Covid-19. La scelta è stata del Guardasigilli Alfonso Bonafede che ha contattato il magistrato pochi giorni addietro, ottenendo la disponibilità a ricoprire un ruolo certamente di grande rilievo e responsabilità.

Dopo la scelta di Roberto Tartaglia quale vice direttore del Dap, dunque, ora si aggiunge un’altra importante casella con il nome di Petralia. Una coppia che si ricompone dopo gli anni di Palermo, in cui Petralia era procuratore aggiunto e diretto coordinatore di Tartaglia che si occupava di reati contro la pubblica amministrazione.

 

Chi è Bernardo Petralia

Come riporta il sito nonsiamofannulloni.it, che traccia la biografia di personaggi della pubblica amministrazione che si sono particolarmente distinti, Bernardo Petralia, 67 anni, inizia la sua carriera negli anni ’80 a Trapani, quale sostituto procuratore, lavorando assieme al giudice Ciaccio Montalto, poi ucciso dalla mafia. È proprio su Cosa nostra che Petralia inizia ad indagare con grande attenzione. Sono gli anni in cui Totò Riina e i corleonesi vogliono conquistare la leadership assoluta. Nel 1985 si trasferisce al Tribunale di Sciacca quale giudice istruttore, portando a termine il primo processo contro le cosche di cosa Nostra della parte occidentale della provincia agrigentina. Amico di vecchia data di Giovanni Falcone, Petralia nel ’90 diviene giudice al Tribunale di Marsala, per poi divenire a 43 anni, procuratore capo a Sciacca. Transita anche nel Csm nel 2006 con la corrente Movimento per la giustizia. Poi l’incarico di sostituto procuratore a Marsala, procuratore aggiunto a Palermo e, infine, procuratore generale a Reggio Calabria.

Proprio qui, un anno fa, ha rischiato di diventare procuratore generale di Torino. Le carte erano tutte in regola, ma poi la bufera arrivata su Palamara e il Csm lo ha portato a rinunciare per evitare qualsiasi tipo di strumentalizzazione.

 

Si apre la partita su Reggio Calabria

Con la nomina di Petralia a capo del Dap, dunque, si apre un’altra interessante partita a Reggio Calabria. La poltrona di procuratore generale rimarrà vacante nel giro di pochi giorni ed è chiaro che ci sarà più di qualche magistrato che già pensa di poterla occupare. Si tratterà di attendere l’insediamento di Petralia e poi il via ufficiale alle candidature. Com’è facile immaginare, infatti, quel ruolo rappresenta un grimaldello fondamentale per il buon funzionamento della Giustizia in tutto il distretto.