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Il 26 gennaio 2018, secondo quanto dichiarato dal Sindaco di Cosenza, Mario Occhiuto, sarà una giornata storica per la città. Dopo 17 anni, sarà inaugurato il ponte di Calatrava, all’inaugurazione sarà presente l’architetto di Valencia, Santiago Calatrava. L’opera risale ai tempi dell’amministrazione di Giacomo Mancini ma non era mai partita. Sullo sfondo una polemica sull’utilizzo dei fondi GESCAL per realizzare l’opera. Una vicenda, tuttavia, molto controversa sulla quale pende anche un’indagine e verte sulla legittimità dell’utilizzo di tali fondi per la realizzazione di questa imponente opera.
Legittimo utilizzo dei fondi
Una legittimità sulla quale il Sindaco della città bruzia comunque non ha alcun dubbio. “Il Comune ha ottenuto un finanziamento dalla Regione più di vent'anni fa e mai utilizzato” –sapere il Sindaco- Il finanziamento è in parte proveniente da risorse strutturali (PSU) e in parte da risorse regionali (PRU). Quindi –prosegue il primo cittadino- la provenienza delle risorse destinate dalla Regione alla città all'epoca di Giacomo Mancini e poi mai utilizzate non riguarda il Comune. Tuttavia, la Regione, a fronte di circa 180.000.000 di euro di investimenti complessivi realizzati con i PRU, ha finanziato solo un terzo del costo del ponte con 6.600.000. La maggior parte delle somme destinate nella quasi totalità nelle aree di Gergeri e via Popilia, infatti, sono investimenti di privati (palazzi) e, in piccola parte, dell'Amministrazione Comunale, utilizzati per la realizzazione di importanti opere pubbliche, le quali hanno riqualificato certamente detti quartieri prima emarginati e degradati –ha affermato, Mario Occhiuto- .
Nello stesso programma sono stati realizzati dai privati centinaia di appartamenti locati o ceduti con la formula di edilizia pubblica convenzionata prevista proprio dal PRU di Cosenza all'epoca di Mancini senior per mezzo degli accordi tra il Comune ed i privati a favore di determinate fasce sociali”. Infine – conclude il Sindaco- questa polemica sull’utilizzo dei Fondi Gescal è anche una cavolata, perché i fondi destinati ai PRU (programmi di riqualificazione urbana), riguardano pure le opere pubbliche che devono essere realizzate nelle aree dov'è presente edilizia sociale. Cioè i soldi, servono pure per le urbanizzazioni, non solo per fare le case”.
Il ponte di Calatrava sul solco delle grandi opere contemporanee
Fin qui la versione del Sindaco. Al netto delle polemiche e della reciproca strumentalità politica, non si può negare che l’opera ha una sua suggestione. E conferma comunque che il Sindaco Mario Occhiuto, condivisibile o meno, abbia una sua visione dello sviluppo urbano della città, una visione che, in qualche modo, potrebbe essere definita epica. E’ indubbio, infatti, che il ponte di Calatrava, per la sua imponenza, sia destinato a rivestire un tratto identitario della città di Telesio. D’altronde le grandi opere innovative nelle città storiche sono sempre state accompagnate da critiche e polemiche. Anche la Torre Eiffel a Parigi quando fu inaugurata nel 1889, molti la ritenevano esteticamente inferiore rispetto alle altre architetture parigine e nel 1909 rischiò la demolizione perché contestata dall'élite intellettuale di Parigi. E tuttavia, dal giorno della sua apertura, vi sono salite 250 milioni di persone. Ma sono tante le grande opere architettoniche contemporanee sparse in varie città di tutto il mondo che hanno ridisegnato le identità architettoniche delle città in questione: dall’Atomium di Bruxelles, alla ruota panoramica di Londra, il Millennium Wheel (Ruota del Millennio), passando per la Biosfera di Montreal e tante altre.
Mario Occhiuto, indubbiamente sta ridisegnando il futuro urbano di Cosenza. Il merito è che lo sta facendo in un’epoca di forte di decadenza economica e amministrativa. Una decadenza che riguarda innanzitutto il Paese e il Sud in maniera particolare. Non si può omettere di sottolineare, infatti, che il dinamismo amministrativo di Cosenza sia completamente assente dalle più importanti città del resto del mezzogiorno. Per ritrovare lo stesso fermento bisogna andare indietro fino dall’inizi degli anni novanta, in coincidenza con il varo della legge sulla elezione diretta dei Sindaci. E tutto ciò, al netto delle differenze politiche, delle polemiche e delle contrapposizioni di parte. Se tutto questo è stato possibile, tra l’altro, in una città della Calabria di solito sempre più in ritardo rispetto al Paese, non possiamo negare che sia un fatto positivo.