VIDEO | La storia di Matteo 34enne di Santa Maria del Cedro che a seguito degli studi aveva scelto di partire. Ora dopo aver aperto un'attivita nella sua cittadina è pronto a inaugrarne una seconda nella vicina Scalea
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«Sono nato in un posto dove tanti sogni sono morti. Ma non questo, non il tuo». È la frase, breve, ma intensa, che campeggia sulla parete di un centro di fitness dell'alto Tirreno cosentino. Niente di strano se non fosse che, dietro queste poche parole, si cela una storia di forza e di coraggio che ha saputo abbattere i pregiudizi e creare, dal nulla, un modello vincente di impresa.
Nel profondo sud, in un lembo di terra bello e maledetto che ogni giorno, per poter sopravvivere, deve fare a pugni con la disoccupazione e la criminalità. Il titolare del centro è Matteo Arieta, 34 anni, di Santa Maria del Cedro, un personal trainer plurititolato che, a carriera già avviata al nord, ha scelto di tornare a casa e rimettere tutto in discussione. Oggi, il giovane Matteo è un promettente imprenditore che sta per inaugurare la sua seconda attività e dà lavoro a tanti altri giovani professionisti del posto. «Fare impresa si può - assicura -, anche in Calabria. Basta avere costanza e credere nei propri sogni. Nessuno ti regala niente».
Il coraggio di osare
A vent'anni Matteo Arieta studia per diventare un esperto di fitness e ginnastica posturale. Si laurea una prima volta, finisce il percorso di studi magistrale in Scienze motorie e comincia a conquistare un pezzo di futuro alla volta, guadagnando attestati e certificati. Al nord la sua professionalità è contesa, quel giovane mosso dalla passione per il suo lavoro e attento ai dettagli, ha l'imbarazzo della scelta su dove e con chi lavorare. Ma dopo qualche tempo il richiamo della propria terra diventa più forte della sicurezza economica e, nonostante il parere contrario della famiglia, stacca un biglietto di sola andata per tornare a casa. «Sì, ma qui cosa fai? Hai troppi titoli, nessuno può pagarti per quel che vali», si sente dire da amici e conoscenti quando ritorna nella Riviera dei Cedri. Ma lui ha già le idee chiare sul da farsi. A ventisei anni apre la prima palestra e lo fa nel paese in cui è nato e cresciuto. Un passo alla volta, Matteo riesce a crearsi una base solida e a ingaggiare i primi collaboratori.
La battuta d'arresto durante la pandemia
Va tutto bene fino a quando il Covid irrompe nelle esistenze di tutti. Al primo sospetto di contagio, la palestra chiude, va disinfettata, e per un periodo questa diventa la norma. La gente ha paura, le quarantene decimano le iscrizioni a fasi alterne. Per Matteo, e tutto il mondo del fitness, saranno due anni difficili. Alla fine, molte palestre sono costrette a chiudere i battenti. Matteo non ci pensa nemmeno, stringe i denti e va avanti dritto come un treno. Tutt'altro. «Quando saremo fuori dal tunnel - pensa spesso tra sé e sé - aprirò un'altra sede e sarà ancora più grande». È un'idea che gli balena in testa da tempo e si rafforza in quel periodo come forza di reazione a una situazione incerta e complicata.
La rivincita
È la primavera del 2022, dopo tanto penare, finalmente, la pandemia concede la tregua e il mondo torna lentamente alla normalità. Proprio in quelle settimane, Matteo prende la decisione di dare forma al suo sogno ambizioso. Costi quel che costi. Visita una struttura nella vicina Scalea, ha spazi enormi e tanta luce naturale che entra dalle finestre e dai balconi. Gli piace, non perde tempo, comincia ad effettuare i lavori e a plasmare quei locali esattamente come li aveva immaginati nella sua testa. Investe lì dentro tanto denaro e molto del suo (poco) tempo libero, nonostante il futuro incerto e un'economia nazionale che viaggia come sulle montagne russe. Gli amici gli danno del pazzo. Il tempo, invece, gli dà ragione. Con la pandemia ormai alle spalle, la gente torna ad abbracciarsi e a prendersi cura di sé stessa. Poco a poco il mondo del fitness si rialza. Domenica prossima, Matteo e suoi tanti collaboratori, tra vecchi e nuovi, taglieranno il nastro della nuova sede.
Il sacrificio dietro il successo
«Bisogna formarsi, bisogna lavorare duro e non perdere mai di vista gli obiettivi. Tutto dipende da quanto sei disposto a investire nel tuo sogno. Anche in Calabria si può fare impresa e la si può fare bene». Il personal trainer di Santa Maria del Cedro non ha dubbi, quando gli chiediamo quale sia il segreto del suo successo. E, al tempo stesso, mette in risalto l'altro lato, quello fatto di difficoltà e sacrificio. «La dura vita dell'imprenditore è fatta di solitudine, di battaglie da combattere e di pressioni da gestire - ci spiega -. Ma il sogno, l'ambizione, prevalgono su tutto il resto e vai avanti finché ne hai. La vita dall'atleta mi ha aiutato a tenere duro, a non mollare mai, a lottare e a conquistare sul campo la pagnotta. Soprattutto durante la pandemia, periodo durante il quale io personalmente mi sono fermato per capire come poter migliorare una volta usciti da questa situazione, mentre tanti altri ancora oggi subiscono le conseguenze di quei giorni bui». Poi continua: «Non è tutto oro quello che luccica. No, certo. E a volte le persone che ti circondano non se ne rendono nemmeno conto. Pensano che tu sia sempre al top, ti vedono forte ed imbattibile, invece il mio è solo senso di responsabilità e di protezione verso gli altri. Ma per me - conclude - vale sempre e solo una regola: spingere sempre più forte con positività e carica emotiva».