Un controllo ferreo e preventivo sugli atti amministrativi per impedire l’infiltrazione della criminalità organizzata all’interno dell’area portuale. Questo, in sintesi, il contenuto del rinnovato protocollo di legalità siglato questa mattina nella sede dell’autorità portuale dal ministro Danilo Toninelli, dal prefetto di Reggio Calabria Massimo Mariani e dal commissario della port authority Andrea Agostinelli. Presenti all’evento anche il procuratore capo di Reggio Calabria Giovanni Bombardieri, accompagnato dall’aggiunto Calogero Gaetano Paci, e il manager della società terminalista Msc Paolo Maccarini. Per il titolare deli Trasporti, il protocollo della legalità rappresenta un passa ulteriore nel rilancio dello scalo portuale gioiese. «Questa struttura – ha dichiarato il ministro – è importante per la Calabria e per l’Italia, l’abbiamo salvata con l’arrivo di un nuovo terminalista e ora vogliamo rilanciarla, ma solo l’economia legale può rilanciare il porto di Gioia Tauro».

La firma del protocollo

La novità del documento firmato stamattina riguarda il coinvolgimento delle aziende private che operano nell’area portuale, tra queste naturalmente anche il nuovo terminalista Msc. «Con questo protocollo – ha aggiunto Toninelli – mettiamo insieme tutti gli operatori portuali che dovranno firmare questo documento che vuol dire: fuori la ‘ndrangheta dal porto di Gioia Tauro». Sulla stessa linea anche l’ammiraglio Agostinelli. «Bisogna accompagnare l’occupazione – ha affermato il commissario dell’Autorità portuale – bisogna accompagnare lo sviluppo in una cornice di legalità e quindi il rinnovo del vecchio protocollo è un passo molto importante in questa direzione».

«Impedire alla 'ndrangheta di inquinare il tessuto economico»

Non c’è sviluppo, quindi, senza un controllo preventivo che impedisca alla ‘ndrangheta di inquinare l’economia e bloccare la crescita della struttura portuale. «Non ci può essere nessun tipo di sviluppo – ha detto il prefetto Mariani – se non si impedisce alla criminalità di penetrare nel tessuto economico. L’imponenza di questa struttura, di quest’area impone un controllo ferreo degli atti amministrativi per impedire infiltrazioni mafiose che blocca lo sviluppo dello scalo e dei suoi operatori».