Si moltiplicano le disdette nei ristoranti per il cenone di Capodanno anche nel cosentino. Le centinaia di quarantene notificate nelle ultime ore in tutta la provincia si riflettono anche sulle prenotazioni effettuate per la serata di San Silvestro. C’è poi chi ha deciso di rinunciare dopo le ultime restrizioni introdotte dal governo: mangiare ma non ballare è il diktat imposto dalle nuove regole. E venendo meno la parte più divertente della serata, in molti comuni vi sono ordinanze che vietano persino la musica di sottofondo, molti hanno scelto allora di riunirsi nelle abitazioni private, dove non ci sono divieti. Anche per questo diversi locali hanno annullato gli eventi in tutta la provincia per non rischiare di trovarsi con i frigoriferi pieni di derrate alimentari e le sale semideserte.

Danno notevole per i locali che lavorano a Capodanno

Il danno è comunque notevole: Confcommercio stima che il dieci percento degli incassi annuali delle attività di ristorazione deriva dal periodo delle festività. Il peggio è che probabilmente non servirà a frenare l’epidemia. Famiglie e comitive in tutta Italia, anche in Calabria, si stanno riorganizzando per ritrovarsi in compagnia in casa, senza limitazioni sul numero di ospiti e senza controlli su vaccini e green pass. Per questo molti esercenti ritengono controproducenti le prescrizioni.

Discoteche penalizzate dallo stop per il Covid

I più penalizzati sono i titolari delle discoteche, costretti a serrare le porte già da una settimana e che non potranno riprendere a lavorare prima del 31 gennaio. «Per noi una vera mannaia. Nessuno se l’aspettava ma evidentemente lo Stato pensa di poter risolvere tutti i problemi chiudendo i nostri locali – dice Gianfranco Cundari, titolare del Live, nel centro di Cosenza – Ma chi è capace di fermare gli assembramenti dei giovani nei luoghi privati? Saranno tutti fuori controllo. Le nostre strutture avrebbero garantito invece divertimento in piena sicurezza».
Ecco l’intervista