Il conflitto di classe torna di attualità nel corso di un dibattito promosso dalla Cgil di Cosenza con Marco Veruggio, attivista sindacale ed esperto di economia, autore con Charmaine Chua e Spencer Cox di un saggio edito da Puntocritico, con una prefazione dell’accademico Sergio Bologna, sulla fragilità dei diritti dei lavoratori, nell’ambito dei sistemi aziendali emergenti, incentrati su algoritmi e intelligenza artificiale. Con la politica sempre più asservita agli interessi delle grandi multinazionali, la concertazione tradizionale perde di efficacia mentre sono le rivendicazioni provenienti dal basso a produrre i migliori risultati.

La ribellione durante la fase Covid

Le audaci lotte condotte in Amazon soprattutto nella fase del Covid, l’esempio più eclatante: «Con la pandemia si è avuto uno scossone importante – ha detto Veruggio - In quel momento gruppi di lavoratori di Amazon esposti al rischio della vita, perché a quell'epoca il coronavirus dilagava nell’indifferenza dell’azienda, hanno pensato che valesse la pena ribellarsi. Da lì è nato un processo di sindacalizzazione impossibile da ipotizzare soltanto qualche mese prima. In Italia sono stati stretti degli accordi. Poi ovviamente, tutte le conquiste sono sempre provvisorie. Infatti attualmente i lavoratori Amazon sono in stato di agitazione per il mancato riconoscimento di aumenti previsti dal rinnovo contrattuale firmato a dicembre».

Proletari senza partito

Il libro Conflitti di classe e sindacato in Amazon. Da New York a Passo Corese è parte di un più ampio progetto sulla evoluzione del rapporto tra Amazon ed i lavoratori, intrapreso nel 2020 da cui è stato tratta pure una rappresentazione teatrale basata sui dialoghi tra impiegati estrapolati da alcune chat. Vivace il dibattito sul tema, introdotto dal segretario confederale della Cgil Graziella Secreti. Sul tavolo anche il problema della rappresentanza politica per la classe operaia, rimasta orfana di un partito di riferimento: «Oggettivamente non esiste più nessuna forza politica che si ponga come obiettivo centrale la rappresentanza degli interessi dei lavoratori – ha ammesso Veruggio - I partiti ormai cercano i voti in ogni piega della società e non è un caso, analizzando i dati sulla astensione scorporata per fasce sociali, che non vanno più a votare in prevalenza coloro che un tempo si chiamavano proletari».

Veruggio infine ha commentato la cointeressenza sempre più marcata tra governo e capitalismo: «Il parterre di ospiti intervenuti alla cerimonia di insediamento di Donald Trump la dice lunga sull’argomento. Questo rappresenta un problema: il sindacato è un strumento fondamentale, ma ha bisogno del sostegno della politica».