Sit in pacifico a Palazzo Campanella con i rappresentanti di Cgil (Petramala), Cisl (Pisani) e Uil (Stillitano): «Restituire dignità a persone che hanno garantito un servizio pubblico»
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Chiedono di essere ricevuti dal presidente della Regione Roberto Occhiuto - «è il presidente di tutti» dicono ad alta voce – per provare a smuovere una situazione, quella dei Consorzi di Bonifica, che non si sblocca.
Poco prima delle 14, una cinquantina di dipendenti dell’ente consortile di Trebisacce si sono ritrovati per un sit in nel piazzale antistante l’entrata di Palazzo Campanella. In programma c’è il Consiglio regionale convocato per le 14:30 che, come consuetudine comincerà in ritardo, vista anche la riunione di maggioranza per fare il punto sulla legge che stabilisce la separazione tra le funzioni di consigliere e assessore regionale, già ribattezzata “moltiplica poltrone”.
Federica Pietramala, segretaria Flai Cgil, nel ricordare i momenti drammatici della protesta, si dice convinta che il risultato da portare a casa è un atto che risolva immediatamente il pagamento delle spettanze arretrate: «Questi lavoratori hanno lavorato sodo garantendo l’acqua ad un’agricoltura di qualità come quella della sibaritide. Bisogna ridare dignità a loro e alle loro famiglie. Non è possibile che da più di un mese non si trova una soluzione». Per lei e per i lavoratori in protesta mettere mano alla Riforma dei Consorzi è una direzione obbligata, che però ha bisogno dei suoi tempi: «Bisogna che l’Amministrazione regionale trovi soluzioni per pagare i dipendenti dei Consorzi, che non sono dipendenti della Regione. Ma la Regione è parte degli enti consortili, ha un controllo su di essi ed ha una parte importante che sono le dighe. Poi c’è l’agricoltura che va avanti grazie a loro. Non si può lavorare gratis garantendo un servizio pubblico».
Tonino Pisani, segretario Fai Cisl di Cosenza, ricorda il grido di disperazione del Consorzio di Bonifica che occupa quasi 180 lavoratori da un mese e mezzo in protesta, accampati in tenda, per rivendicare il pagamento di sette mensilità arretrate. «Tanti sono venuti a dare la loro solidarietà – esclama – ma nessuno a dare risposte certe e concrete per questi lavoratori che hanno garantito un servizio irriguo d’eccellenza e la bonifica per quel territorio».
Pisani, poi, va dritto al cuore del problema: «Abbiamo capito che l’autogoverno del sistema consortile calabrese non ha dato le soddisfazioni che ci aspettavamo. Oggi si parla di una riforma ma a noi in questa fase interessa il pagamento degli stipendi, anche se dobbiamo riconoscere a questa giunta di aver cominciato a mettere mano alla materia».
Sulla stessa lunghezza d’onda Marco Stillitano, rappresentante territoriale della Filbi Uil, che però chiede incisività: «Lo stiamo dicendo da tempo. Il problema reale dei Consorzi non sono gli stipendi arretrati, i problemi sono altri, e si sono accumulati dal 2010 ad oggi e si sono amplificati. Noi chiediamo nelle more della Riforma, che la giunta ha già in programma, che si acceleri. Perché questa soluzione ha bisogno di tempi rapidi, perché i lavoratori e le loro famiglie non hanno altro tempo. Peraltro – conclude - una eventuale riforma, comunque, non serve a garantire nell’immediatezza ai lavoratori una dignità. Urge un cambiamento di rotta».